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editoriali
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Il Ct dell'Italia, Roberto Mancini, invita ad amare di più la Nazionale e si affida ai giovani che hanno fame
Il paradosso della Nazionale italiana che vince gli Europei di calcio per poi ciccare la qualificazione ai mondiali in Qatar fa ancora male. Mancini è chiamato a scacciare i fantasmi dalla testa dei calciatori, aspramente criticati dopo la debacle inaspettata e, per farlo, si affida ai giovani. Non c'è gerarchia che tenga: l'azzurro Italia bisogna meritarselo, bisogna volerlo, desiderarlo. Imperativo categorico: avere fame. caratteristica, questa, che Mancini riscontra sempre più spesso nei giovani. Che, sempre più spesso, vestono la casacca azzurro Napoli. Un riconoscimento nazionale all'ottimo lavoro svolto da Giuntoli e dal suo staff, che hanno costruito una squadra giovane, brillante, piena di talenti che sono chiamati a crescere, misurandosi per la prima volta in competizioni giocate ad alto livello. Uno su tutti, Giacomo Raspadori. L'81 partenopeo ha segnato e regalato i tre punti venerdì contro l'Inghilterra, toccherà probabilmente di nuovo a lui prendersi in carico la Nazionale e provare a qualificarsi alla Final Four di Nations League. Non solo Raspadori, però: anche Di Lorenzo è, oramai, pedina fissa ed inamovibile della formazione di Mancini. E Meret, che dietro Donnarumma, si sta facendo notare per le prestazioni decisive nel finalmente suo Napoli. Niente sconti, dunque. Tanto il Napoli di Spalletti quanto la Nazionale di Mancini puntano sui giovani: sono loro ad avere fame. Sono loro a volersi conquistare un posto lassù, nell'Olimpo del calcio mondiale. Sono loro che, caparbi e vogliosi, sfrontati e leggeri, puntano con determinazione a scrivere storie belle, storie di calcio e passione, storie di vittorie e gol. Storie di cui il calcio italiano ha un bisogno disperato.
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