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editoriali

Ma è così vero che lo scudetto dei bilanci esclude quello sportivo?

Emanuela Castelli

Quanto la gestione finanziaria di un club si riflette sulle prestazioni della squadra in campo?

De Laurentiis è stato spesso accusato da parte della tifoseria partenopea di mirare allo scudetto dei bilanci, anzi, di averlo vinto, più e più volte. Quasi come se la corretta gestione del club mal si conciliasse con la sua competitività sportiva. Quasi come se l'attenzione al budget fosse un capriccio presidenziale, un sintomo di tendenza al risparmio e di mancanza di voglia di vincere. "Vinci solo tu", quante volte abbiamo sentito questo coro alzarsi tra le mura amiche del Maradona, a margine di ripetute delusioni sul campo, di mercati di gennaio non sempre "sfavillanti", di dichiarazioni considerate inaccettabili (vedere il "Ma se vinco, a me che me ne viene?").

Eppure lo scudetto sportivo quest'anno potrebbe arrivare

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E, se arriverà, sarà anche e soprattutto grazie alla perfetta gestione finanziaria e sportiva operata dal Presidente azzurro. La rifondazione di questa estate, che a tanti era parso un ridimensionamento in termini di competitività, è stato l'anello fondamentale di una catena gestionale che ad oggi pare vicina alla perfezione. I risultati dei ragazzi di Spalletti sul campo vanno nella direzione del tricolore. 13 punti di vantaggio sull'Inter, il cui valore della rosa (dato transfermarkt) ammonta a 555,95 mln di euro, 18 sulle altre. Due soli pareggi (contro Fiorentina e Lecce), una sola sconfitta (contro l'Inter, esattamente) sono lo specchio di una squadra che sta giocando ai massimi livelli, sbriciolando record su record. Ebbene, lo scudetto dei bilanci, quest'anno, potrebbe tradursi in scudetto sul campo. Meritato, meritatissimo da Spalletti e i suoi. Costruito fin dalla scorsa estate, ma in realtà da prima, molto prima. Da quando cioè si è capito che l'attenzione al bilancio fosse propedeutica alla vittoria in campo. E' la "rivincita" di De Laurentiis? A noi piace pensare che possa essere la cura per le tante divisioni e frammentazioni tra tifo e Società, che hanno accompagnato molti degli anni di Presidenza del patron azzurro a Napoli.