La pazienza si sa è la virtù dei forti e Hirving Lozano ha abbracciato completamente questo antico ma sempre valido detto. Il messicano se l'è vista davvero brutta il luglio scorso quando ha subito un tremendo colpo alla testa durante una gara con il Messico in Gold Cup. Fortunatamente lo spavento iniziale non si è concretizzato in paurose conseguenze per il calciatore del Napoli che ha potuto recuperare con tutta calma. E da qualche settimana Chucky è tornato sempre più ad essere quello vero. Lo dimostrano la meravigliosa rete con l'Udinese e il doppio assist a Genova dove è partito dal 1'. Spalletti crede molto nel funambolo ex Psv che nei primi tre mesi della scorsa stagione era diventato l'assoluto uomo copertina della squadra di Gattuso con una frequenza realizzativa impressionante.
Il risveglio del messicano
Provaci ancora Chucky: Lozano è sempre più vicino a ritrovare se stesso
Una nuova freccia all'arco di Spalletti
Lozano 2.0, l'incubo per le difese avversarie si sta materializzando
Sta tornando. Lentamente, tra apparizioni dal 1' e spezzoni, Speedy Gonzalez si sta riappropriando delle sue doti letali egualmente distribuite tra tecnica e velocità. Sulla fascia destra dell'attacco del Napoli che può vantare in quella posizione un altro profilo di prima classe tale Matteo Politano. Hirving Lozano un anno fa di questi tempi monopolizzava l'attenzione dei tifosi azzurri facendo sognare i tifosi con le sue reti a iosa e i suoi dribbling ubriacanti. Gattuso lo aveva rivitalizzato dopo un anno di debutto tra moltissime tenebre e panchine schierandolo sulla corsia che per anni aveva un solo padrone: José Callejon. E lì venne fuori il vero "Chucky", la Bambola Assassina, soprannome rifilatogli sin dai tempi del Pachuca quando si divertiva a spaventare i compagni nascondendosi sotto i loro letti.
A partire dalle doppiette a Genoa e Atalanta nel girone di andata cominciò per il messicano un escalation formidabile che registrò nove gol in campionato e soprattutto una continuità disarmante. Purtroppo un infortunio subito a fine gennaio arrivò ad interrompere quella splendida cavalcata e a ad allontanare Lozano dai campi per diversi mesi. Solo a maggio l'attaccante ex Psv mise in mostra di nuovo alcuni sprazzi della sua classe ed era pronto a ritornare al 100% in vista della nuova annata. Poi il terribile infortunio in Gold Cup contro Trinidad & Tobago a luglio che l'ha costretto a saltare la prima parte del ritiro in Trentino. Ma il mese di agosto ha cominciato a cambiare le carte in tavola: Chucky è presente a Castel Di Sangro, sta recuperando e contro il Venezia alla prima giornata fa già il suo debutto.
Col Genoa Spalletti lo schiera addirittura dal 1': le prestazioni latitano ancora perché gli ingranaggi non hanno dismesso la ruggine. Ma la pazienza olimpica dell'allenatore di Certaldo non si scalfisce e già a Leicester i segnali di rinascita aumentano. Chucky sta tornando a riproporre il suo sprint, quelle accelerazioni che mandano al manicomio gli avversari senza la consolazione di un errore. Ad Udine un altro passo in avanti: Lozano entra per Politano al minuto 71 sul 3-0 per gli azzurri. Gli bastano dieci minuti ad apparecchiare una grande azione sulla corsia sinistra con la collaborazione di Mario Rui. Dribbling sull'avversario, rientro sul destro e traiettoria incredibile che si infila nell'angolo lasciando pietrificato Silvestri. La rottura del ghiaccio, un'iniezione di fiducia ulteriore che profuma tanto di miglioramento deciso.
L'ultimo step si chiama Sampdoria. Spalletti premia l'ottimo finale della gara precedente e lo inserisce dall'inizio sulla corsia di destra. Lozano non si lascia pregare: tanto movimento, fluidità e una sintonia ritrovata con i compagni. Nel secondo tempo sale il livello con i due assist al bacio per Osimhen e Zielinski per le due reti finali. Chucky sorride anzi ride perché si riconosce: l'alternanza con Politano durerà per tutto l'anno probabilmente ma non importa. Il suo ritorno verso la totalità sembra essere questione di giorni, non più settimane. Stasera con il Cagliari parte sfavorito per giocare dal 1' ma finora gli basta continuare l'arma preferita degli ultimi mesi: il duro lavoro nell'ombra.
A cura di Enrico Esposito
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