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Il Napoli rischia l’ennesimo campionato di vertice ed è meglio che Osimhen si goda il viaggio

Il Napoli rischia l’ennesimo campionato di vertice ed è meglio che Osimhen si goda il viaggio - immagine 1
Garcia ha gestito Lecce-Napoli come se già sapesse che l'avrebbe vinta. 8 gol in due partite, solamente 1 subito nelle ultime 3 di campionato. Il tempo guarirà la ferita di Osimhen che intanto in campo fa come se non fosse del tutto contrariato
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Quindi il Napoli improvvisamente non è la squadra peggio allenata della Serie A. Imperversano giudizi positivi dopo la dilagante - specie nel finale - vittoria contro il Lecce, che il Napoli ha gestito colpendo quando e come voleva proprio come le squadre mature e non in ribellione-contrasto con il proprio tecnico. A questo punto diremmo che le prime partite potrebbero realmente incidere sulla lotta o meno per il vertice per gli attuali campioni d'Italia e sarebbe un peccato. Osimhen ha segnato senza esultare ma poco importa, e chi parla di autogestione probabilmente crede che la Terra sia piatta e che al bar mettano il vaccino Pfizer anti-Covid nel caffé al mattino per controllare le nostre menti. Semplicemente Garcia è un buon allenatore e il Napoli squadra ha iniziato a girare.

I 6 minuti di Osimhen

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Nel primo tempo si è visto su per giù il Napoli di Bologna. Buon ritmo nel possesso palla, trame interessanti di gioco soprattutto sul lato forte. Di Garcia s'è sicuramente capito che ama scambiare le mezzali o portarle entrambe da un lato, per poi chiudere dall'altro o comunque creare densità in zona possesso. Anguissa è spesso a sinistra insieme a Zielinski o Zielinski è spesso a sinistra insieme al camerunense. Buona la prova di Lindstrom, anche se inizialmente un po' spaesato. Il danese la palla la sa giocare e ha strappi, intuizioni importanti. Scambia bene coi compagni e in questo forse Simeone può essere più funzionale di Osimhen. Strepitoso un suo tiro al termine di un'azione perfetta dalla difesa al centrocampo, per finire con una sua quasi finalizzazione che ha fatto tremare Falcone. Il Cholito e Victor hanno caratteristiche diverse ma non dispiace neanche questa alternanza, specie se è riferita alle caratteristiche dell'avversario e alla propria idea di manovra piuttosto che a un turnover semplicemente basato sul non disperdere energie. L'anno scorso ha mostrato che questa squadra ha nelle gambe il ritmo delle 3 gare alla settimana anche per un anno intero.


Garcia ha rimesso - parlando con i giocatori - la qualità (anche orizzontale, quando serve) al centro del villaggio e di questo ne trae frutto tutta la squadra nelle sue individualità. Un po' sporco nei controlli Anguissa ma bene negli strappi e nell'inizio-azione, pulitissimo Natan che ancora - forse - si preoccupa di non essere troppo "spettacolare" per non sbagliare e fa bene. Olivera ancora un po' indietro, con Almqvist che gli è andato via con facilità ma comunque sempre ben posizionato su azioni da cross. Insomma è stato un Napoli concentrato e per la prima volta con un pizzico di coerenza in questo campionato. Serio, di qualità e abbastanza pragmatico pur con qualche leggerezza. Kvaratskhelia sembra essere il giocatore squisito di cui s'è innamorato il mondo e un elogio va fatto anche a Ostigard, la cui eccellenza sul colpo di testa supera moltissimi suoi colleghi più blasonati in Europa. Avrà dei limiti nel correre al riparo all'indietro ma è straordinario nel gioco aereo o comunque di proposta (spesso lo si ritrova come terzino aggiunto con Di Lorenzo più in mezzo).

Il secondo tempo del Napoli è stato dilagante grazie ai 6 minuti di Osimhen. Che è entrato e ha segnato, poi si è tolto la maschera. Un gol come quello che chiuse la sfida di Torino dello scorso marzo, su una situazione molto simile e una finalizzazione praticamente identica. Victor però torni ad esultare che c'è un anno intero di gol che lo aspetta e dovrà segnarli per il Napoli, una squadra che - gli piaccia o meno - lo ha reso uno dei centravanti più forti del mondo o almeno lo ha messo in mostra in questo senso. Il tempo guarirà le sue ferite e poi verrà (di certo) ceduto (e bene, lautamente) dalla società ma intanto si goda il viaggio. Per il resto in campo è perfetto: incita tutti, regala rigori ai compagni - anche se può essere sintomo di altro, questo gesto - si batte come al solito, guida le pressioni offensive. È il solito. Ci sarebbe un elogio da fare per persona, il punto però è che il Napoli ha 14 pt in classifica (potevano essere di più come di meno) e ha segnato 15 gol, ne ha subito 1 nelle ultime 3 e si avvia ad una coerenza che è fondamentale in una stagione. Si è ripreso una propria identità e ci sembra un dato clamorosamente importante. Di più, ha ricominciato a spaventare gli avversari e a demoralizzarli. È l'umore tecnico-tattico perfetto per arrivare a sfidare il Real Madrid e provare a far punti.

Di Mattia Fele

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