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editoriali
Il pragmatismo di D’Aversa e la rapidità degli esterni: così il Lecce sta stupendo tutti
Il Napoli è chiamato alla vittoria per confermare il risultato e la prestazione della gara contro l'Udinese: di fronte il Leccedi D'Aversa che ha avuto un inizio di campionato sprint. I salentini hanno perso l'ultima gara, immeritatamente, contro la Juve a Torino: ma gli 11 punti in classifica, gli stessi degli azzurri, sono frutto di tre vittorie e due pareggi con prestazioni esaltanti.
Dunque, il Lecce si presenta come un avversario insidioso per il Napoli che troverà un'atmosfera bollente al Via Del Mare che farà registrare il tutto esaurito. Il pubblico sarà un'ulteriore spinta per la squadra salentina. In panchina c'è Roberto D'Aversa, un tecnico che ha fatto del pragmatismo e del risultatismo i suoi mantra. Non per questo il Lecce rinuncia a giocare: il 4-3-3 dei pugliesi si basa su una buona solidità difensiva con i centrali che puntano tutto sulla fisicità e sull'aggressività. La linea, però, non è troppo alta e prova a chiudere più spazi possibili e non concedere occasioni pulite agli avversari. Nonostante ciò, i terzini, oltre a difendere, non rinunciano a proporsi in fase offensiva e si rendono pericolosi con i loro cross. A centrocampo, il gioco passa spesso dai piedi di Ramadani che ha raccolto l'eredità di Hjulmand, giocatore fondamentale per la salvezza ottenuta dal Lecce lo scorso anno. Ora, invece, è l'albanese a gestire tempi e ritmi di gioco con le due mezzeali che, nonostante siano spesso impegnate in compiti difensivi, non rinunciano a proporsi in avanti per dare una soluzione in più al tridente offensivo.
Ecco, proprio quel tridente è l'arma in più nelle mani di D'Aversa: Strefezza è sicuramente il giocatore più importante della squadra; esterno con molta qualità, abile nell’uno contro uno. Non ci sarà Banda, altro esterno rapido e pericoloso, ma anche Almqvist non sarà da meno. Al centro dell'attacco Kristovic che sta trascinando i suoi a suon di gol. Sicuramente il Lecce proverà a sfruttare proprio il suo tridente difendendosi per poi ripartire e provare a punire gli avversari in ripartenza. Dunque, uno stile di gioco concreto, che bada al sodo e dà risultati: niente calcio spettacolo, ma una partita in cui si studia l'avversario e si decide come colpirlo: sarà questa la tattica di D'Aversa nella sfida contro il Napoli.
A cura di Giovanni Frezzetti
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