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Lazio, quante amnesie! Ma Sarri le trasforma in compattezza: Immobile è la sua arma letale

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Il 4-3-3 di Sarri ha iniziato a mostrare delle falle in questo inizio di campionato, nonostante i princìpi siano sempre gli stessi e il lavoro insieme abbia già compiuto i 3 anni
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Nonostante l'avvio a passo di gambero, la Lazio di Maurizio Sarri è una delle realtà più solide del nostro campionato. L'ex tecnico del Napoli è al suo terzo anno di lavoro e ha avuto la possibilità di lavorare molto sui propri concetti, nonostante ci siano stati diversi cambiamenti importanti che hanno stravolto l'undici titolare. Uno su tutti l'addio di Milinkovic-Savic direzione Arabia, rimpiazzato da Kamada dell'Eintracht Francoforte. Una cessione di grande importanza proprio sul piano tecnico, considerando non solo la forza del giocatore ma anche e soprattutto le soluzioni di gioco che conferiva al collettivo tutto. D'altronde proprio Sarri lo ha dichiarato: è l'allenatore con i tempi di inserimento più lunghi quando si tratta di far adattare un nuovo tassello al suo calcio.

Da secondi in giù

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Le prime due gare di questa stagione sono state tutt'altro che felici per la Lazio: bruttissimo il ribaltone contro il Lecce in due minuti - sintomo di grande superficialità, come spiegato dal tecnico nel post - e ancor peggio lo 0-1 casalingo contro il Genoa, che aveva preso quattro gol in casa dalla Fiorentina 6 giorni prima. Ciò che ha stupito di più del momento degli uomini di Sarri è stata proprio la totale assenza di certezze di gioco in campo rispetto a quanto invece ci si aspettasse ad inizio del terzo anno: i giocatori sembravano persi e a volte riprovavano lo stesso schema anche in assenza dell'uomo-chiave Milinkovic. L'anno scorso, Sarri riuscì ad espugnare il Maradona con un gol clamoroso di Vecino e tantissimo gioco difensivo, arroccandosi perché il Napoli così imponeva (ma si trattava anche di un periodo di poca brillantezza per gli azzurri, ndr). Quest'anno, per ritrovare certezze il suo 4-3-3 dovrà anche rendersi pericoloso.


La stella

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Oltre a Kamada e Isaksen, la Lazio ha acquistato Pellegrini,Castellanos, Guendouzi e Rovella (che però non è fisicamente pronto). Calciatori che migliorano l'organico, ma non gli undici dell'anno scorso. La stella resta un ritrovato Ciro Immobile, che ha sempre di più il bisogno di andare in rete (e contro il Napoli l'ha fatto spesso negli ultimi anni) per ritrovare se stesso anche in vista della Nazionale. I suoi movimenti da attaccante vero che attacca intelligentemente lo spazio, ma che ha anche tante soluzioni al suo arco, potranno infastidire non poco Rrahmani e Juan Jesus, che al momento sono il duo difensivo più roccioso della Serie A. Il Napoli è, infatti, la squadra che ha tirato di più e subìto di meno in queste due gare. La Lazio non ha invece mai perso le prime tre di campionato nella sua storia, e Immobile giocherà per la duecentesima volta in biancoceleste al Maradona nella serata di sabato. È una congiunzione che deve cogliere il più forte centravanti italiano.

A cura di Mattia Fele

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