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editoriali
(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Chissà dov'eravamo, quattordici anni fa. L'unica cosa certa, è che faceva caldo, che vivessimo l'estate in città o fuori. Magari eravamo sulla riva di una spiaggia, cercando di baciare la ragazza che ci piaceva, oppure passeggiavamo sul bagnasciuga perché ci aveva rifiutati. Oppure, eravamo in città, magari soli in casa a giocare alla PlayStation. Magari, avevamo chiamato una pizza e cercavamo un modo per ascoltare o vedere quella partita che, cavolo, non la faceva da nessuna parte... Difficili ed inaccessibili, più di oggi, trovare qualche link in rete. La Rai non aveva i diritti, e neanche Radio Kiss Kiss. Magari, nell'attesa che ascoltassimo "Pizzeria che pianooo?" dal citofono, troviamo una radio locale, dal commento un po' ovattato, che non riusciamo a riconoscere né la frequenza né la voce del radiocronista: all'epoca, era Raffaele Auriemma a suonare la carica ed a gonfiare la rete, ma, no, quella volta non c'era lui...
Quattordici anni fa eravamo più piccoli, emozionati all'idea di vedere il Napoli che ritornava in massima serie. Ci aspettavamo grandi cose e Lavezzi e Hamsik non solleticavano curiosità, ci aspettavamo qualche colpo da Napoli dopo l'infernale percorso dal post Naldi. Invece no: ragazzini sbarbati e sconosciuti ai più che, i più ottimisti, liquidavano con "Vabbè, verimmo che sanno fa".
Quattordici anni fa si giocava al San Paolo un turno di Coppa Italia, di fronte c'era Gianpiero Ventura con il suo Pisa, che in avanti (a volte ritornano) presentava Alessio Cerci fra gli attaccanti. Il Napoli, alla prima partita da neopromossa, era un ibrido tra chi doveva confermare la categoria, ed i nuovi acquisti da valutare. Reja schierò il suo Napoli con il tradizionale 3-5-2, che non era altro che la continuazione di quel brillante fine campionato di serie B che, col pareggio a Marassi, ci portò in paradiso. Solo al secondo tempo, vedemmo in campo Lavezzi ed Hamsik. Il Napoli iniziò male contro i toscani perché dopo quasi un quarto d'ora segnò Vitali Kutuzov: magari, quella pizza iniziava a non piacerci, qualcuno avrà detto "Partimmo bbuono...", e anche quella ragazza, che si faceva desiderare mentre eravamo sulla spiaggia, stava incominciando a tirarla troppo per le lunghe.
Il primo tempo finisce in svantaggio, e Reja fa uscire Gatti per Lavezzi: 22enne argentino con i capelli lunghi, troppo, forse anche un poco sovrappeso, che fino a qualche anno prima faceva l'elettrauto. Dopo cinque minuti, Padelli non proprio impeccabile su un non irresistibile tiro da lontano: magari, avevamo ricominciato a mangiare la pizza con più fame, e per un attimo ci concentrammo di più all'ascolto della radio piuttosto che alle moine della ragazza che ci piace. Intanto, a ridosso del triplice fischio, mentre Montervino esce ed esordisce un ventitrenne slovacco dal cognome strano, De Zerbi ci prova su calcio di punizione. Incredibile però come, con una squadra di serie B, il Napoli fu costretto ai tempi supplementari. Ma, per fortuna, in due minuti, quell'argentino entrato nel secondo tempo ne fa due: prima dopo un colpo di testa del Pampa Sosa, e poi dopo un passaggio di De Zerbi; quella ragazza, ormai, si era stancata ed era andata via, perché ci siamo dedicati, meritatamente, all'ascolto della radio, e, nel frattempo, dopo la pizza abbiamo anche mangiato uno spaghetto al pomodorino fresco, perché l'ansia della partita era troppo alta da chiuderci lo stomaco.
Quel radiocronista dalla frequenza ovattata, chiuse la radiocronaca dicendo: "Questa partita dirà poco ai più, è pur sempre il Pisa che gioca in serie B, ma l'ingresso in campo di questo giocatore vuole dire tanto, ha acceso il San Paolo con una tripletta all'esordio. D'altronde è argentino, ed il feeling con noi napoletani è sempre forte. Ci ricorderemo di questo giocatore, Lavezzi, che farà tanto nel Napoli".
In foto, Sosa e Lavezzi che esultano per un gol alla Reggina, a marzo del 2008.
L'articolo, è tratto da una storia vera vissuta dall'autore: al lettore, immaginare quale delle due versioni ha vissuto chi vi scrive.
Michele Bellame
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