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editoriali

A Kvaratskhelia (senza fretta) l’ingaggio che merita un calciatore che ha stregato tutti

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Kvaratskhelia ha scioccato il mondo del calcio. Mai un giocatore è stato così determinante in un solo anno e provenendo da un calcio a cui nessuno guarda, e verso il quale oggi c'è apertura solo e soltanto grazie al Napoli di De Laurentiis
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Khvicha Kvaratskhelia è stato ed è uno degli acquisti più clamorosi della storia del football europeo. Un ragazzo pescato nell'Est del mondo (dove molto spesso il calcio eurocentrico non guarda neanche) che ha avuto un approccio impressionante persino in Champions League alla sua prima stagione. Che fa tunnel e dribbling con la stessa facilità con cui cambia gli scarpini vecchi per quelli nuovi. Uno da doppia-doppia al pari di Messi e Neymar. La sua importanza nel Napoli è anche riduttiva rispetto al peso che ha avuto come "fenomeno" quasi a livello sociale nel mondo: in Georgia è un eroe nazionale dentro e fuori dal campo, per i ragazzini è avvicinamento ad uno sport che sta perdendo un certo fascino in quel target, il New York Times gli ha dedicato un pezzo in primo piano dopo pochi mesi dal suo debutto. È un calciatore fortissimo, moderno quanto "antico" nei movimenti e allo stesso tempo unico perché imprevedibile.

Ciò che è giusto

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Nel calcio di oggi, purtroppo, gli stipendi è come se costituissero il valore di un calciatore. Uno che guadagna 15 milioni è visto come di certo più forte rispetto a un altro che ne guadagna 3, o 1.5, o anche 5. Questo perché non si dà peso anche alle possibilità e poi ai piani economici delle squadre di club, che molto spesso hanno in rosa campioni di quel calibro ma 1) non possono pagarli così tanto 2) non vogliono farlo. Ed entrambe le condizioni sono giustificate e relativamente corrette. Ciò che non è giusto è assolutizzare la forza di un professionista in base a quanto guadagna. Kim Minjae è lo stesso di due mesi fa eppure ora guadagna il triplo in Germania, e da oggi in poi guadagnerà sempre questa cifra e si muoverà solo su un mercato di questo genere. Su questo incidono gli agenti e i cosiddetti "salti di qualità economici", per cui un calciatore che ha sempre guadagnato 2 milioni ne guadagnerà sempre 10 dal momento in cui una sola squadra vorrà dargli 10. Non si torna più indietro.


Tutto questo per arrivare al rinnovo di Kvaratskhelia, a Napoli tanto chiacchierato perché (giustamente) suona assurdo che il miglior giocatore insieme ad Osimhen guadagni soltanto 1 milione e mezzo circa a stagione. Non che ci importi riempire le sue tasche o muovere una qualche critica al Napoli, che all'epoca si mosse in modo congruo al talento attuale di un calciatore che veniva dal Rubin Kazan e dalla Dinamo Batumi. Il punto è che da quel tempo ne è passata di acqua sotto i ponti ed anche bellissima. Kvara ha incantato il mondo e, nonostante il suo contratto scada nel 2027, qualcosa andrà fatto per cambiare l'ingaggio. Più che altro per avere la speranza di tenerlo con sé per altre stagioni: non adeguare lo stipendio al suo valore sarebbe come darlo in semplice pasto a qualsiasi club economicamente più forte che possa provare a farlo suo offrendogli già "solo" il quadruplo. Potrebbe succedere persino in Italia (anche se il cartellino toccherebbe il 100 milioni attualmente ndr). Gli agenti del georgiano provano ad essere cauti e si dicono felici per non creare polemiche con la società, che nel frattempo s'è messa di traverso contro i giornalisti che parlavano di trattativa già in corso.

La realtà è che forse no, nessuno sta trattando ma che sì, ciò che è giusto è che lo si faccia a breve. In un Napoli così forte nel collettivo, avere due come Kvaratskhelia e Osimhen fa una differenza immensa tra un'ottima e una straordinaria squadra. E perderli entrambi (perché è molto probabile che Osimhen venga ceduto a stagione 2023-24 conclusa) sarebbe distruttivo per una squadra che già ad oggi sta cercando di (ri)scoprirsi tatticamente e tecnicamente come pensiero unico. Giusto per dire, Khvicha percepisce meno di Osimhen, Di Lorenzo, Zielinski, Lobotka, Simeone, Raspadori, Politano, Anguissa, Demme, Mario Rui, Lindstrom, Olivera. Nulla togliendo ai grandi professionisti appena menzionati, l'apporto anarchico e clamorosamente estetico-funzionale che dà Kvara alla squadra (e che darebbe a ogni squadra, perché il talento è "uguale" in tutto il mondo) è difficilmente ripetibile. Anzi, anche a guardarsi indietro si fa fatica a trovarne uno così, pure molto dedito per carisma e personalità alla causa, uno che non vuole mai perdere e che neanche il Napoli dovrebbe voler perdere. O al massimo il più tardi possibile.

Di Mattia Fele

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