Juan Jesus 7 - Il talismano di Spalletti si è confermato ad alti livelli anche in questa stagione, facendosi trovare sempre pronto quando è stato chiamato a rilevare Rrahmani quando è rimasto vittima di un infortunio che lo ha lasciato fuori per sei match prima della sosta mondiale, e meritandosi il rinnovo.
Mario Rui 8 - All'inizio sembrava che Olivera potesse scalzare il terzino portoghese dalle gerarchie di Spalletti sulla sinistra, invece in questa stagione ha compiuto il definitivo salto di qualità vivendo un anno da assoluto protagonista. Gli è mancato solo il gol, ma ha dispensato ben otto assist.
Rrahmani 7,5 - Sempre affidabile in ogni circostanza, ha dimostrato una crescita costante. Gioca spesso d'anticipo e corre qualche rischio, può sicuramente lavorare per correrne meno ma è stato un tassello importante della cavalcata scudetto.
Olivera 7 - Dal terzino uruguaiano forse ci si aspettava qualcosa in più, ma la sua fisicità sulla sinistra è stata importante in alcuni match difficili dove la tecnica di Mario Rui non bastava. Nonostante tutto, il suo apporto in fase offensiva è stato importante, riuscendo a mettere a segno due reti in questa stagione.
Bereszynski 6 - La sufficienza è un premio per la vittoria dello scudetto: spesso ha commesso qualche svarione, ma ha dato apporto alla causa con la sua esperienza.
Di Lorenzo 9 - Stagione perfetta: in ogni gara ci ha messo grinta e cuore guidando la squadra da vero capitano. Fondamentale il suo apporto anche in fase offensiva dove spesso è andato in gol o ha fornito assist.
Ostigard 7 - Il ragazzo si farà: può migliorare e crescere. Promette bene soprattutto per la struttura fisica che ha: è una buona seconda linea e il prossimo allenatore potrebbe fargli fare uno step in più.
Zedadka SV
Centrocampisti
—Demme 6 - Sufficienza politica per l'italo-tedesco, nella stagione più difficile da quando è a Napoli. L'esplosione di Lobotka l'ha relegato a ruolo di comprimario, non riuscendo quasi mai a trovare spazio nell'undici titolare.
Elmas 7 - Un vero e proprio jolly: il suo apporto allo scudetto è stato fondamentale perché nei momenti di difficoltà ha saputo ricoprire ogni ruolo. Il talento non gli manca, ma forse ora è il momento che trovi la sua strada.
Zielinski 8 - Il suo rendimento in termini di reti è stato leggermente minore rispetto ai due anni precedenti a questo, ma per quanto riguarda gli assist e il suo apporto nella fase di non possesso la presenza di Piotr è stata importantissima nell'equilibrio dell'undici di Spalletti.
Lobotka 9,5 - Gli aggettivi per Lobotka sarebbero inutile: col pallone ha sempre fatto ciò che voleva. Gestione perfetta dei ritmi e del possesso palla: la sua crescita si è evidenziata nei recuperi diventando un elemento fondamentale nell'aiutare la fase difensiva.
Gaetano 6,5 - Discorso simile a quello di Ostigard: ha lavorato in silenzio e a testa bassa sapendo che può e deve migliorare. La prossima stagione può essere un banco di prova importante per il definitivo salto di qualità.
Ndombele 6,5 - Arrivato in prestito dal Tottenham in cerca di rilancio, il centrocampista francese ha dato il suo apporto alla causa partenopea soprattutto da subentrato. Non poteva fare di più avendo davanti tre mostri sacri a centrocampo come Zielinski, Lobotka e Anguissa. Tutto sommato una stagione abbastanza positiva per lui.
Anguissa 8,5 - Non era facile confermare quanto di buono fatto vedere nella scorsa stagione, ma il centrocampista camerunense è riuscito a fare ancora meglio. La sua fisicità, combinata a giocate di alta qualità, di fatto lo ha reso dominatore del centrocampo in quasi tutti i match disputati in questa stagione.
Attaccanti
—Osimhen 9,5 - Victor con le sue 31 reti in stagione ha finalmente spiccato il volo e ha fatto capire a tutti che i 75 milioni per prelevarlo dal Lille sono stati spesi benissimo dal Napoli. Infatti oggi vale oltre 100 milioni. Il nigeriano si è sposato alla perfezione con il gioco di Spalletti, il quale ha trovato in Victor il terminale offensivo che serviva alla squadra per vincere il tricolore.
Lozano 7 - Stagione in chiaroscuro per il messicano, il quale ha messo a segno solo 4 reti in stagione: la peggiore in termini realizzativi da quando è a Napoli. Eppure è partito molto spesso dal primo minuto, scalzando lo scalpitante Politano, con il quale ha vissuto il più grande dualismo di Spalletti in questa stagione.
Simeone 8 - Gol pesanti e decisivi, soprattutto in Champions è stato trascinatore nei momenti di difficoltà. Si sposa benissimo col progetto Napoli e ha dimostrato tutto il suo affetto nei confronti della città. Ha saputo dare a Spalletti soluzioni diverse rispetto ad Osimhen risultando una valida e degna alternativa.
Politano 7 - Per l'esterno italiano vale lo stesso discorso fatto per Lozano: stagione non ricchissima dal punto di vista realizzativo. Ha sofferto il dualismo con il messicano, non riuscendo ad incidere come nelle scorse stagioni.
Zerbin 6 - Prima stagione in Serie A che inizia con tanta vivacità, poi si ammoscia un poco. Sicuramente deve maturare, ma il suo impegno è stato costante e sotto gli occhi di tutti.
Kvaratskhelia 9,5 - Arrivato da sconosciuto ai molti è diventato l'uomo copertina di questo Napoli. Dribbling, tecnica, corsa e soluzioni sopraffine: pian piano ha conquistato i palati calcistici, anche i più difficili. Ha avuto i suoi momenti di down, ma chi non li ha. E pensare che la giovane età è dalla sua parte: può crescere ancora ed essere il centro del progetto azzurro del futuro. Le sue magie devono continuare ad incantare i tifosi del Napoli.
Raspadori 7,5 - Stagione dai due volti per Jack: strepitoso in Europa e poco incisivo in campionato. Nella fase a gironi di Champions è stato sublime, mettendo a segno ben 4 reti e sfruttando, insieme a Simeone, il periodo di riposo forzato di Osimhen. Con il ritorno dall'infortunio del nigeriano purtroppo per lui lo spazio si è ridotto, ma resta memorabile la rete con cui ha permesso al Napoli di battere la Juve allo Stadium e avvicinare gli azzurri definitivamente allo scudetto.
Il condottiero
—Spalletti 9 - Ebbene sì, Luciano Spalletti non è stato l'allenatore del Napoli ma il vero condottiero. Come un comandate di legione ha caricato le sue truppe difendendole a spada tratta in ogni circostanza. Come soldatini i calciatori lo hanno seguito perché avevano capito di che pasta era fatto: un sergente di ferro con il cuore tenero. Anche per questo Spalletti è entrato, e per sempre lo sarà, nelle grazie dei napoletani. Ha saputo alternare il bastone e la carota, evitando ciò che in passato è stato il male che ha attanagliato questa società: quei continui chiacchiericci intorno a possibili malumori nello spogliatoio. Lui ha fatto filare tutto liscio e alla fine ha fatto la storia.
A cura di Giovanni Frezzetti e Domenico D’Ausilio
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