Nei momenti più drammatici la passione sportiva (e più in generale quel bisogno di bellezza che accomuna un po' tutti gli esseri umani) ci aiuta ad allontanare la disperazione. Il 23 novembre del 1980 Napoli e la Campania furono devastate da un terremoto che ha mutato per sempre le sorti della nostra percezione della vita. Alle 19 e 35 di quella spaventosa domenica la terra tremò e tremò ancora con una scossa sussultoria e poi una ondulatoria. L'epicentro, com'è noto, era in Irpinia, ma anche a Napoli, a via Stadera per la precisione, crollò un intero palazzo di nove piani. Quel giorno il Napoli aveva pareggiato per 1 a 1 a Bologna. Più in generale, in quella stagione - iniziata peraltro senza particolari ambizioni - la squadra riuscì a piazzarsi tra le prime tre. A sole cinque giornate dalla fine del torneo, i ragazzi di Rino Marchesi erano addirittura in testa alla classifica e sui balconi già sventolavano tricolori misti a drappi bianchi a azzurri. Il leader della squadra rispondeva al nome di Ruud Krol, il tulipano azzurro che fu selezionato dal nuovo plenipotenziario dei partenopei, Antonio Juliano. Arrivò a Napoli a 31 anni, non più giovanissimo, ma con la fama della leggenda. Per lui non era ancora tempo di svernare in qualche campionato esotico (il Napoli lo aveva prelevato dai Vancouver Whitecaps).
editoriali
Krol, il futurista (che proprio come D10S) ha scelto Napoli e ha cambiato il gioco del calcio
Nei momenti più drammatici la passione sportiva ci aiuta ad allontanare la disperazione: Krol si può senz'altro considerare un principe
Krol, il futurista ha scelto Napoli e cambiato il gioco
Con la casacca dell'Ajax il nostro aveva vinto, tra gli altri titoli, ben 6 scudetti, 4 coppe nazionali e 3 coppe dei campioni. Krol era inoltre uno dei pilastri dell'Olanda di Cruijff. Probabilmente il collettivo più iconico della storia del calcio mondiale insieme al Brasile del 1970 di Pelé, Jairzinho e Rivelino. Giocava da libero e, pur non essendo velocissimo, era capace di dominare il gioco e di mettere la palla sul piede dell'attaccante con un lancio di 50 metri. Con la maglia del Napoli il difensore ha disputato ben 125 partite segnando un solo gol (in trasferta contro il Brescia). Jorge Valdano dice che Krol, col suo gioco, ha cambiato per sempre la percezione del ruolo di libero, proprio come l'Olanda di Cruijff e Michels (di cui Krol era inamovibile pilastro) ha cambiato la storia del calcio moderno. Vien da pensare che anticipando le gesta di Diego, Rudy ha prima cambiato il calcio e poi ha scelto di splendere a Napoli.
Secondo le cronache dell'epoca l'olandese riuscì a godersi la città come pochi. Sono note le sue "scorribande sentimentali" (tanto per usare un eufemismo) e, piccola curiosità, la prima avvisaglia di questa "corrispondenza di amorosi sensi" fu proprio al suo arrivo all'aeroporto di Capodichino. Pare infatti che una ragazza scrisse con il rossetto sul proprio seno piuttosto prosperoso "welcome Ruud". Inutile dire che il glaciale gigante si sciolse in un sorriso a trentadue denti. Fu un assaggio del rapporto "tumultuoso" tra lui e il capoluogo partenopeo. Insomma, se Diego Maradona è stato l'indiscusso re di Napoli Krol si può senz'altro considerare un principe che entra di diritto nella hall of fame del club azzurro, sia per come ha vissuto la città che per come - da solo - sia riuscito a incidere, a determinare la crescita dei compagni e a valorizzare l'intero gruppo squadra.
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