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editoriali

Terra mia, un concetto che va oltre la maglia azzurra: Kalidou sarà sempre uno di noi

Giovanni Ibello

Koulibaly si conferma cuore d'oro: non smetteremo mai di volergli bene

Ma che meraviglia è Kalidou Koulibaly? A distanza di mesi lo confermiamo senza timore di sorta anzi... lo sottoscriviamo! Lasciamo perdere il calciatore, questo è un ragazzo adamantino, uno che porta Napoli nel cuore - e quindi nel mondo - al di là della maglia azzurra. E questo, converrete con noi, è un valore aggiunto. Proviamo a interpretare le emozioni del tifoso medio: se amiamo il Napoli, se c'è un orgoglio nel dire "terra mia" o "difendo la città", è perché questa squadra che scende in campo con la maglia azzurra incarna tanti significati che superano la gioia estatica di un gol.

Koulibaly si conferma cuore d'oro: non smetteremo mai di volergli bene

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L'afflato è unico, è una corrispondenza di amorosi sensi che si compie molto prima del fenomeno pedatorio. "Ho saputo tutto quello che è accaduto a Ischia e mi dispiace tanto. Un pensiero anche a tutti gli ischitani, perché ho saputo quello che è successo. Volevo dedicare questo anche a loro. Gli mando tanta forza e spero che andrà tutto bene per loro". Parole che porteremo sempre dentro perché arrivano in un momento speciale, un momento in cui la gioia più temeraria dovrebbe prendere il sopravvento. Mentre le strade di Dakar sono parate a festa per la storia qualificazione del Senegal agli ottavi di finale della Coppa del Mondo, Kalidou si ferma e rivolge un pensiero commosso alle tragedie di quella "terra sua" che ha tanto amato. Quella terra che ha celebrato, lo scorso luglio, in uno struggente video di commiato. Quella terra che ha difeso per anni con orgoglio e senso di appartenenza. Possiamo solo dirgli grazie. E se dovessimo vincere questo scudetto un pezzettino dell'agognato titolo sarà anche suo (visto che nel 2018 gli è stato scippato). Bando alla scaramanzia, qui si parla di emozioni. Speriamo di poterlo accogliere in città con lo scudetto cucito sul petto.

A cura di Giovanni Ibello