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editoriali
Al Nord speravano nella svendita. Ma il Napoli resta capolista ed è «un male tollerato»
"Kim tre pacchetti 10 euro. Pezzente non parli più. Paga i debiti e sparisci". A quanto pare hanno già marcato visita i novelli Shakespeare che hanno firmato il celebre striscione, emblema di una santa isteria che affligge il popolo partenopeo da circa 2000 anni a questa parte. Eppure oggi quella frustrazione sembra così lontana, frutto di un universo distopico e tremendo. In altre parole, si ha la netta sensazione che Kim, forse anche più di Kvara, sia l'emblema di questo cambio di registro. Kim è arrivato a Napoli come un carneade, qualcuno aveva finanche ironizzato sul suo show canoro nel ritiro di Castel di Sangro. A Ma più della voce, il difensore ha lasciato che fosse il campo. a cantare A leggere i giornali, il nuovo corso del Napoli faceva ridere l'Italia intera, ma erano certi colleghi a ridere di loro stessi e della loro incompetenza (senza manco accorgersene).
Fomentati da una stampa - perlopiù quella nazionale - che vedeva nel Napoli la nuova Longobarda di Oronzo Canà, i tifosi più ingenui temevano l'alea della svendita. Non è andata così, anche se al Nord ci hanno creduto davvero. A giudicare da quanto si apprende dagli organi di informazione che trapuntano lo stivale, il Napoli che lotta per il vertice è poco più di un male tollerato. Va anche detto, al netto di ogni eccezione di incompetenza, che neanche il Gianni Brera dei noialtri poteva immaginare che i sostituti di due mostri sacri come Insigne e Koulibaly potessero conquistare le prime pagine dei giornali in soli sette turni di campionato.
Tornando all'ex Fenerbahce e volendo rafforzare quanto già espresso in precedenza, è il caso di dire (anche se può suonare come una bestemmia) che Kim ha già ampiamente dimostrato di saper cogliere l'eredità di Koulibaly. Certo, Kalidou era ancora più prorompente sotto il profilo dell'esplositività - soprattutto nei tackle scivolati - ma "l'erede al trono" sembra un automa quanto a intelligenza tattica e capacità di restare concentrato per tutto l'arco dei novanta minuti (unico tallone d'achille del gigante senegalese). E dato che le fonti accreditate sono piuttosto contrastanti, resta da capire qual è la verità sulla clausola risolutiva espressa. La speranza è che questo ragazzotto esotico possa restare in azzurro per tanti, tanti anni. Perché Kim è il simbolo del fallimento di chi ha troppo in fretta giudicato il mercato estivo del Napoli. Il Napoli è ancora lì, fatevene una ragione.
A cura di Giovanni Ibello
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