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editoriali

L’urlo di Kim avrebbe spaccato una montagna: è l’emblema del Napoli di Spalletti

Raffaele Troiano

Orfano di Kalidou Koulibaly, il Napoli di Spalletti ha trovato la sua nuova roccia: vi (ri)presentiamo Kim Min-jae

Per comprendere l'importanza di un giocatore come Kim Min-jae bisogna fare un passo indietro, tornare al minuto 96 di Milan-Napoli. Cross dal limite dell'area azzurra da parte di Bennacer che, con estrema precisione, riesce a pescare Brahim Diaz in area di rigore. Lo spagnolo impatta di testa, pregusta già la gioia per il gol del pareggio, ma il difensore sudcoreano non è della stessa idea. Con calma olimpionica, il centrale azzurra alza la gamba e respinge la conclusione dell'avversario, palla in calcio d'angolo.

Potreste pensare che basti questo a definire il valore di questo giocatore, ma non è cosi. La vera e grande forza di Kim la osserviamo, in modo lampante, soltanto un attimo dopo: dopo l'intervento, si gira verso i compagni ed urla, grida con tutto il fiato che ha in corpo, come se avesse segnato. L'urlo di Kim Min-Jae, che spazza via dubbi, paure e, se vogliamo, anche la pesante ombra di Kalidou Koulibaly: l'eredità lasciata dal senegalese avrebbe, probabilmente, piegato chiunque. Ma non lui, non la roccia del "nuovo" Napoli di Luciano Spalletti.

Forza, tenacia e...Gangnam Style: la ricetta con cui Kim si è preso il Napoli

Dopo l'addio in estate di Kalidou Koulibaly, Aurelio De Laurentiis e Cristiano Giuntoli decidono di puntare su un giovane difensore in forza al Fenerbahce. Il suo nome è Kim Min-jae, centrale sudcoreano classe 1996, soprannominato The Monster per la sua prestanza fisica. Arriva a vestire la maglia azzurra tra dubbi e incertezze, con il malcontento della piazza che avanzava: con l'addio del centrale senegalese, sono in pochi a credere e a scommettere su di lui.

Ma il sudcoreano non si scompone, e mostra fin da subito le doti di un vero leader, di un giocatore disposto fin da subito a creare un legame con i compagni. Infatti, durante la prima serata da giocatore del Napoli, si esibisce in una super performance, cantano e ballando sulle note del noto brano Gangnam Style. Crea istantaneamente un feeling con il resto della squadra, si immedesima nella nuova realtà, ma il dubbio che tormenta i tifosi è uno solo: sul campo si dimostrerà all'altezza?

Dal gol contro il Monza allo stop su Brahim Diaz

Nella prima uscita stagionale contro l'Hellas Verona, nonostante alcune incomprensioni con Rrahmani, si dimostra roccioso ed affidabile e dotato anche di una discreta tecnica. Spalletti però non è soddisfatto, vuole che i due centrali imparino a comunicare tra di loro al più presto, per evitare altri errori.

Nella prima apparizione al Diego Armando Maradona, contro il Monza, l'intesa col compagno kosovaro aumenta esponenzialmente: è già Kim-Mania! Il numero 3 partenopeo rende nulle le avanzate offensive della squadra avversaria, si dimostra pulito ed efficace negli interventi e, ciliegina sulla torta, al 90' sigilla il gol del 4-0. Gli scettici sono già pronti a sminuire il suo valore: "Contro avversari di alto livello vedrete quanti errori che farà!". Ma, anche davanti a queste provocazioni, si fa trovare più che pronto.

Al Franchi contro la Fiorentina non lascia passare nemmeno uno spillo, e contro la Lazio, oltre a siglare la rete del momentaneo 1-1, giganteggia su un certo Ciro Immobile. Il bomber italiano non è mai stato in grado di rendersi pericoloso, ostacolato dal duo Kim-Rrahmani. Torniamo poi allo stop sulla conclusione di Brahim Diaz, che non è valso solo i tre (pesanti) punti contro il Milan. L'intervento di Kim, unito a quell'urlo mix di gioia e adrenalina, è la più chiara dimostrazione di cosa sia diventato il Napoli di Spalletti. Una squadra forte, tenace e con quella grinta che spazza via le montagne, che ti porta a gettare il cuore oltre l'ostacolo, fino a raggiungere l'obiettivo.

A cura di Raffaele Troiano