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Il Toro sfida Mazzarri con identità e Zapata al centro del villaggio, finalmente ritrovato

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Il Torino sfida Mazzarri con le sue carte: poca qualità ma tanta voglia di dimostrare che il 4-0 dell'anno scorso è ribaltabile. Il Napoli è fragile e dovrà dimostrare di aver smesso di esserlo, ma Juric non rinu
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Contro il Torino, nello scorso marzo 2023, il Napoli consolidò in qualche maniera il Terzo Scudetto. Con una prestazione clamorosa all'Olimpico contro una squadra più o meno simile a quella che affronterà quest'oggi. Juric è sempre lì in panchina, come molti degli interpreti in campo. Stesso discorso si potrebbe portare avanti anche per il Napoli di Mazzarri, che però è sull'onda di una prossima (altrettanto clamorosa) rivoluzione dopo 7 mesi da un trionfo straordinario. Una rivoluzione di uomini e forse di pensiero, tutto volto alla ricerca di un quarto posto che sembra diventato improvvisamente una montagna da scalare. Di contro i "soliti" granata grintosi e "difficili" da smuovere in campo.

Occupazione

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Se c'è una cosa che ha reso Juric famigerato tra gli allenatori di calcio - oltre al suo credo uomo su uomo alla Gasperini - è sicuramente quella di riuscire a mantenere ben occupati gli spazi dai suoi uomini. Si può dire che il croato sia uno studioso in questo senso, sempre attento analista di se stesso e dei propri giocatori. Da anni chiede sul mercato più qualità in fase offensiva, ma sembra essere la società a non trovare i profili giusti che siano adatti al suo ideale di "tecnica" abbinata al grande atletismo. Siamo certi che all'Atalanta un tecnico così farebbe furore quanto il Gasperini di sempre. Juric ama lo scontro continuo in campo e poi gli scambi stretti per la conclusione sulla trequarti, nonché una certa predisposizione ad allargare il campo. Da un po' di mesi, però, la sua visione si è spostata verso un 3-4-2-1 con due trequartisti stretti, che dietro alle linee avversarie riescano a pizzicare ogni tanto lo stomaco della difesa e a imbucare per uno come Zapata, finalmente tornato in auge come meriterebbe. Di contro il Napoli sta mostrando di non riuscire ad essere perentorio nelle giocate di transizione negativa né tanto meno nelle marcature a uomo in area. Insomma, contro una squadra che ha subìto addirittura meno gol di Mazzarri (18 contro i 21 - tantissimi - del Napoli) ci vorrà una prestazione di un vigore che finora si è visto solo proprio contro l'Atalanta. Ma senza Osimhen, senza Anguissa, Olivera ed altri.


La stella

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Difficile non nominare tra i migliori proprio Zapata, calciatore duttile e tutt'altro che demodé. Per quanto se ne dica, il colombiano rispetta ancora ciò che di moderno il calcio richiede per un numero. Ha potenza, visione, calcio da fermo. Si tratta di un calciatore evoluto e non del classico colpitore di testa, anche se qualche limite di tipo caratteriale negli anni lo ha mostrato (chiaramente s'intende a livello agonistico e calcistico nello specifico ndr). Duvan si è come intristito per infortuni e altre ragioni, non ha più trovato quello smalto e quelle sensazioni in campo - specie in un gioco magari basato proprio su di lui come unico finalizzatore - che ora sta cercando di ritrovare con Juric. Anche se Vlasic non è Ilicic nemmeno lontanamente e mai lo sarà. Senza dubbio l'ex Napoli è proprio il pericolo numero uno per Gollini, suo ex compagno anch'egli.

Di Mattia Fele

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