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editoriali
Combattere lungo il sentiero della vita: è la lezione di Juan Jesus
"Questo è per chi ha creduto in me”. Una frase che racchiude momenti di sofferenza interminabili, in bilico tra la sconfitta e la vittoria, l’amore e la guerra. La vita è fatta di decisioni, di scelte e questa volta Juan Jesus ha scelto di combattere. È sempre facile incolpare qualcun altro per i nostri fallimenti ma guardarsi allo specchio e rendersi conto di aver vinto la propria battaglia è una soddisfazione trascendentale. Gli occhi di Juan parlano chiaro. È una persona che sa cosa vuol dire soffrire ma sa anche cosa vuol dire prendere a morsi la vita nei momenti di difficoltà. In sostanza c’è bisogno sempre di qualcosa in cui credere, al di fuori di ogni tipo di bugia, ostacolo e fallimento.
Difficilmente protagonista ma sempre pronto nelle difficoltà, Juan Guilherme Nunes
Jesus ha sempre lottato come se stesse giocando l’ultima partita della sua carriera. Purtroppo, il mondo del calcio è avvolto da una bolla, che rende i giocatori agli occhi degli appassionati quasi dei robot. Al suo addio, molti tifosi della Roma hanno esultato. Prima di essere atleti si è uomini ed immergendosi nei panni del difensore brasiliano, ci si può rendere conto della difficoltà nell’accettare una situazione del genere. Arrivato a Napoli ha ritrovato per l’ennesima volta Luciano Spalletti che ha dimostrato di credere fermamente in lui. Dall’altro lato Juan Jesus si è imposto, ha creduto in sé stesso, dimostrandosi all’altezza e lottando a denti stretti contro le difficoltà. Il gol nel derby con la Salernitana è solo un mattone da aggiungere alla costruzione del muro. Un granello di sabbia da riporre nella clessidra. Una pagina in più di un libro. Un momento di forza che si è poi tramutato in sincerità. “Per chi mi ha dato fiducia in un momento non semplice. Per chi mi ha incitato al mio arrivo. Per chi mi ha caricato tutta l’estate scorsa. Per la mia famiglia e per te…piccola Maya”
Juan Jesus vuole dunque impartire una lezione implicita, “c’è sempre qualcuno per cui vale la pena lottare”. I primi per cui bisogna lottare e darsi battaglia, siamo noi stessi. Il difensore dopo aver segnato si è lasciato andare in un urlo liberatorio. In quell’istante un’onda fatta di emozioni e speranze si è abbattuta su tutti i tifosi.
Il difensore azzurro conosce il valore della maglia che indossa. Conosce cosa vuol dire avere una responsabilità, un peso sulle spalle che non tutti sono in grado di portare. A prescindere dalle sue prestazioni, Juan Jesus sa guardare in faccia alla realtà, sa che non esistono strade senza buche e sa che nessuno regalerà nulla, nemmeno una briciola. A denti stretti Juan lotta, non ci pensa due volte, sbaglia ma errare è umano, conquista ma resta umile, vince ma sa che perderà. Non sempre la vittoria è simbolo di forza, la consapevolezza lo è e Juan ne è il simbolo.
Non sarà un fuoriclasse, non sarà tecnicamente perfetto ma una cosa è certa…Juan Jesus non ha paura di combattere e chi sa approcciare alla battaglia sarà sempre un passo avanti. Bisogna dunque ringraziare chi come lui si scaglia a viso aperto contro le paure altrui, facendosi portatore di forza. Per questo qualche decennio fa Martin Luther King disse: “Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei.” Bisogna essere sempre sé stessi, nelle gioie e nelle difficoltà e questo Juan lo sa ed è pronto a dimostrarlo a tutti e in primis a sé stesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA di Leonardo Litterio
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