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editoriali

La testata di Zidane, il rigore di Grosso e… l’Italia alzò la coppa sotto al cielo di Berlino

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Il 9 luglio 2006 a Berlino gli Azzurri diventarono Campioni del Mondo per la quarta volta nella loro storia

Il 9 luglio 2006, 17 anni fa, a Berlino l'Italia diventò Campione del Mondo per la quarta volta nella sua storia, battendo la Francia nella lotteria dei rigori. Quella degli Azzurri fu una vera impresa, a cui non credeva nessuno all'inizio del torneo. Un po' come accadde alla spedizione del 1982 in Spagna, che trionfò contro ogni pronostico, battendo colossi come Argentina, Brasile e Germania.

Il 9 luglio 2006 l'Italia sconfisse la Francia e diventò Campione del Mondo per la quarta volta

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La Nazionale di Lippi, come anticipato, non godeva dei favori del pronostico in Germania. Lo scandalo di Calciopoli scosse il calcio italiano e nessuno credeva che gli Azzurri potessero andare molto lontano. Ma si sa, è nei momenti più difficile che esce fuori lo spirito di gruppo dell'Italia. Gli Azzurri arrivarono a quella storica finale contro i transalpini, superando il girone con Ghana, USA e Repubblica Ceca e battendo, nell'ordine, Australia 1-0 (con un rigore di Totti al 95esimo), Ucraina 3-0 e i padroni di casa della Germania 2-0 ai supplementari (iconica la corsa di Grosso dopo il gol ad emulare l'urlo di Tardelli). Diciassette anni fa tutti si ricordano dov'erano durante quella finale e cosa hanno fatto durante quella giornata. L'attesa nel Bel Paese era spasmodica: tornare in una finale Mondiale dopo 12 anni e provare a tornare sul tetto del mondo dopo 24 anni giustificava tutto questo clamore.

Eppure la partita non iniziò bene per gli Azzurri. Dopo sette minuti la Francia passò in vantaggio con un rigore trasformato da Zidane nel modo più beffardo possibile: cucchiaio del 10 transalpino a beffare Buffon, la palla colpì la parte inferiore della traversa e si posò, purtroppo, al di là della linea di porta, disilludendo i tifosi azzurri che credevano che la sfera non fosse entrata. La reazione dell'Italia fu veemente e riuscì a trovare il pareggio su azione da calcio d'angolo dal 19° minuto: cross perfetto di Andrea Pirlo e stacco imperioso di Marco Materazzi a rimettere le cose a posto. Al 60° l'Italia passò anche in vantaggio, ma Luca Toni era in leggero fuorigioco. Dopo 90 minuti, dunque, la parità non fu spezzata e si andò ai supplementari. Al minuto 110 l'episodio chiave del match: Materazzi fu colpito da una testata al petto da Zidane, il quale fu espulso dopo un incredibile conciliabolo di proteste transalpine. Iconica l'immagine di Zidane che lascia il campo sfiorando la Coppa. Il risultato non si sbloccò e, dunque, per la seconda volta nella storia la finale dei Mondiali fu decisa ai rigori (la prima nel 1994 sempre con l'Italia protagonista).

Gli Azzurri avevano sempre perso in questa lotteria ai Mondiali, ma la Dea Bendata baciò gli Azzurri, i quali non sbagliarono mai. Decisivo l'errore di Trezeguet, il quale non ebbe la stessa fortuna di Zidane in precedenza: palla sulla parte inferiore della traversa, ma stavolta la sfera non varcò la linea di porta. Fabio Grosso, l'uomo della provvidenza con Australia e Germania, si prese la responsabilità di tirare l'ultimo rigore, spiazzando Barthez e facendo urlare di gioia una nazione intera. Capitan Cannavaro, poi, alzò la coppa al cielo a Berlino.


A cura di Domenico D'Ausilio

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