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editoriali
L'Inter capolista si presenta al Maradona dopo un orrido pareggio in casa della Juventus e una rimonta infinita a casa del Benfica di Di Maria e dell'ex Joao Mario. Inzaghi in questa stagione pare aver trovato la quadra e gli schemi giusti per i nerazzurri, che in campionato volano (oltre ad avere una rosa di molto superiore ad almeno 15 squadre su 20) anche grazie al gioco codificato che si è venuto a comporre, specie a centrocampo. Per non parlare del mercato: nessuna in Italia può permettersi il lusso di avere in panchina uno come Davide Frattesi, all'avviso di chi scrive il centrocampista più esplosivo della Nazionale e in generale un giocatore tanto moderno da poter giocare in quasi tutte le squadre top d'Europa.
L'anno scorso Inzaghi venne messo sulla graticola per quelle 12, brutte sconfitte in campionato. Poi però l'approdo in finale di Champions e quel percorso da marzo in poi (nel quale non mancò un Napoli-Inter 3-1 ndr) veramente convincente, che ha portato la dirigenza a confermare l'ex Lazio. A giusta ragione, si direbbe ora. L'Inter di un anno fa sembrava compassata eppure nei titolari è cambiato poco, se non l'addio di Skriniar. In panchina ora ci sono Carlos Augusto, Frattesi, Cuadrado, Pavard, Arnautovic. Senza parlare di uno straordinario Thuram, che già a partire dal derby - non male come bigliettino da visita - ha fatto capire di essere un potenziale crack del nostro calcio e non solo. Il solito 3-5-2 fatto di verticalità ragionata, tanta (tantissima) ampiezza e capacità fisiche. Questa è l'Inter versione 2023-24 e per ora non sembra superabile nel lungo periodo, anche se - lo ricordiamo sempre - Inzaghi non è nuovo a cali impressionanti delle sue squadre nelle seconde parti di stagione. Bisognerà vedere cosa accadrà dopo Natale.
Per ora c'è il Napoli, grandissima vincitrice dello Scudetto dell'anno scorso e che ora è un po' perso. Tra nuove certezze, vecchie e intermedie. Quelle (poche) date Garcia, che poca luce hanno dato a dei giocatori invece molto evoluti e in grado di compattarsi come gruppo in modo parecchio interessante. Tra le due rose, gli unici a spiccare nettamente lato Napoli sono Kvaratskhelia e Osimhen, oltre a Di Lorenzo e semmai a Lobotka (anche se Calhanoglu sta facendo un campionato incredibile ndr). Per il resto, reparto contro reparto è più o meno in parità. In avanti l'Inter sta però trovando un giocatore universale, un altro di quelli che può giocare un po' dappertutto in Europa: è Lautaro Martinez. Già negli anni scorsi era riuscito a segnare 20-23 gol in campionato ma gli si additava la Lukaku-dipendenza, come se non fosse una prima punta ma solo un appoggio per un centravanti. Ora è sia centravanti che appoggio. È la seconda punta più prima punta d'Europa. Coordinazione perfetta, inserimenti sul primo palo, tiri da fuori, presenza in area, tecnica sui calci di rigore. Fisico a parte, è un calciatore di quelli completi e che possono sempre fare la differenza in tutte le partite. Il Napoli dovrà prevalentemente concentrarsi sul non dargli spazio.
Di Mattia Fele
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