editoriali

E ora “difendiamo” Insigne (non per il suo bene ma per quello del Napoli)

Giovanni Ibello

Insigne al Toronto? Si fa presto a dire solo la maglia… ma il mantra dei tifosi OGGI deve essere anche una realtà giornalistica Alla fine se ne è andato, e non poteva essere altrimenti. A quanto pare ha firmato un contratto sontuoso da...

Insigne al Toronto? Si fa presto a dire solo la maglia... ma il mantra dei tifosi OGGI deve essere anche una realtà giornalistica

Alla fine se ne è andato, e non poteva essere altrimenti. A quanto pare ha firmato un contratto sontuoso da oltre 10 milioni netti a stagione. Ma non è tutto: i bonus potrebbero far lievitare l’ingaggio annuale fino a 15 milioni. Dobbiamo essere onesti: sono cifre "ridicole" che rendono velleitaria qualsiasi altra argomentazione. LorenzoInsigne sa bene che andare in MLS significa chiudere anzitempo la propria carriera; significa dire addio ai grandi teatri del calcio europeo. Ma Insigne merita rispetto per quello che ha dato al Napoli: parliamo di un calciatore che con la casacca azzurra ha messo a segno ben 114 gol (uno in meno di Maradona) e 95 assist.

Insigne al Toronto? Si fa presto a dire "solo la maglia"...

Ed è inutile sottolineare che il ragazzo ha vissuto tante giornate memorabili. Ha segnato una doppietta nella finale di Coppa Italia del 2014 (quella tragicamente segnata dalla fine di Ciro Esposito), per non parlare del suo carnet di reti in Coppa dei Campioni. Davvero straordinarie le marcature contro il Manchester City, il tiro a giro rifilato allo Shakthar e il suo primo gol in Europa, quello del settembre 2013 contro il Borussia Dortmund:

una punizione da distanza siderale refrigerata dalle prime piogge autunnali.

Eppure Insigne non è mai stato veramente amato dal tifoso napoletano. Certo, non è mai stato un ruffiano (così come una certa Napoli desidera), non ha mai edulcorato il suo carattere che appare invero, piuttosto schivo e irascibile. Questo lo ha senz'altro penalizzato nell'immaginario collettivo. Ad ogni modo, "volendo fare le pulci all'uomo", se si esclude l'annoso tema dell'ammutinamento, Insigne non è non è mai venuto meno ai suoi doveri. Quando scende in campo, al di là di vizi e virtù (ogni amante del pallone ha diritto alle sue opinioni), macina chilometri su chilometri sull'out di sinistra. E poi il suo impegno nella fase di non possesso è commovente. Insomma, oltre al tiraggiro c'è tanto di più. Alla luce di questi dati - dati che non sono contestabili - è difficile capire perché questo ragazzo sia così divisivo, perché la sua sola esistenza ha consegnato a Napoli una "stracittadina", un derby che è per il capoluogo partenopeo una vera e propria contraddizione in termini.

Insigne è notoriamente un uomo emotivo: difenderlo adesso significa difendere il Napoli

Cari lettori, questo è chiaramente un focus su Lorenzo Insigne e, più in generale, sul rapporto che intercorre tra l'attaccante e la piazza alla luce delle ultime vicende contrattuali. Ma l'idea di chi vi sta scrivendo è un'altra: dopo aver celebrato il lutto di un amore finito, bisogna archiviare il capitolo senza voltarsi indietro. Dobbiamo concentrarci sul bene del Napoli. Si fa presto a dire "solo la maglia", ma mai come in questo caso il mantra dei tifosi deve diventare anche una realtà giornalistica (se si hanno a cuore le sorti del Napoli, è ovvio). I social che sono da sempre il termometro delle emozioni dei tifosi ci parlano di un Insigne mercenario, di un giocatore che dovrebbe essere messo fuori rosa. C'è chi addirittura spera che gli sia sottratta la fascia di capitano. Ma a chi giova tutto questo astio? Insigne è notoriamente un uomo emotivo: se "non ci sta con la testa" diventa irascibile, scontroso. Lo conosciamo: cercherebbe con insistenza giocate evanescenti e inutili. In altre parole se non lo sosteniamo il rischio è che il ragazzo possa "scoppiare" prima del tempo.

Mancano ancora sei mesi e il capitano, consapevole del suo ruolo in squadra, deve dare tutto per il bene di questi colori. Deve essere messo in condizioni di esprimere le sue qualità. Perché il Napoli si sta giocando tanto e perpetuare lo scontro non farà il male di Insigne (che andrà a guadagnare cifre sontuose nell'eldorado della MLS), ma farà solo il male del Napoli. E' vero che il cuore non conosce ragioni, ma bisogna fare un piccolo sforzo, bisogna essere lucidi. Oggi c'è la Juve ed è fondamentale tenere alta la guardia per non prestare il fianco ai rivali di sempre. Il diktat è uno solo: "andare avanti", non per il bene di Insigne ma per il bene del Napoli.

A cura di Giovanni Ibello