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editoriali
(Getty Images)
Non ha brillato Lorenzo Insigne nella gara vinta - a fatica - dall'Italia contro l'Austria. Il 10 della Nazionale non ha inciso come avrebbe potuto ed ecco che puntuali arrivano gli strali da Napoli e dal resto del Bel paese. "Il 10 più assurdo di sempre", scrivono in molti sui social, hater di professione che non meriterebbero alcuna considerazione.
Ma tant'è, bisogna farci i conti. Diceva Umberto Eco che i social hanno dato "diritto di parola a legioni di imbecilli". Come dargli torto? Forse hanno dimenticato quando Thiago Motta, onesto mediano dai piedi rozzi, vestiva la medesima casacca (creando non poco scalpore). Che poi, a dirla tutta, ieri Lorenzo ha sfiorato il gol in due circostanze - è clamorosa la punizione che stava per sradicare le ragnatele dall'incrocio dei pali - e ha propiziato il 2-0 di Pessina con un preciso filtrante dall'out di sinistra. "Non ha le palle", "non è decisivo". Ecco, il paradosso di Insigne - tornando alla premessa - è proprio questo: osteggiato a Napoli e forse "inviso" ancor di più nel resto d'Italia.
Viene bollato come un giocatore lezioso ed evanescente, il tiraggiro domina i meme di Facebook. Eppure, basterebbe guardare davvero le partite per capire che tanto a Napoli quanto in Nazionale, è sempre lui il fulcro della manovra d'attacco. Senza contare che la catena di sinistra trova in Spinazzola un degno "erede" del primo Ghoulam. Signori, lustratevi gli occhi: Lorenzo chiama l'uomo e al di là della giocata risolutiva, è sempre lui la mente della regia offensiva. Se non può farsi recapitare la palla, crea lo spazio giusto per il compagno meglio posizionato. Forse non avrà il physique del napoletano cosmopolita, non avrà il sorrisetto "ruffiano" del Fabio Cannavaro di turno (non ce ne voglia l'ex pallone d'oro). In altre parole Insigne viene punito per le emozioni che suscita, in campo e fuori. Tuttavia, un giocatore di tale levatura, se è al centro di un progetto tecnico lo è a prescindere da ciò che si percepisce di primo acchito. Il calcio è uno sport fatto di talento, intelligenza, spazi ed equilibri. Insigne, sotto questo punto di vista, è tatticamente eccelso (il suo rendimento in fase di non possesso è davvero sotto gli occhi di tutti). La verità è che, senza scomodare i mammasantissima del calcio italiano come Totti e Baggio, l'Italia - che nell'ultimo decennio si è affidata ai vari Eder, Pellé, ecc. - non ha mai avuto un talento tanto cristallino quanto quello del 24 napoletano.
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