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editoriali

Gli occhi della tigre (col riflesso dello scudetto)

Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 
Conte ha detto che l'obiettivo è l'Europa, ma in fondo non ci crede neanche lui: gli occhi non mentono

Era la prima prova di maturità, quella che ha dato il via a un ciclo infernale del Napoli che l’ha brillantemente superata. Una vittoria a San Siro è sempre pesante, ma se arriva anche senza prendere gol e dimostrare di saper soffrire significa tanto. Ora di prove me arriveranno altre, ma Conte ormai ha trasmesso alla squadra gli occhi della tigre, e nel riflesso si vede uno storico quarto scudetto.

Gli occhi della tigre (col riflesso dello scudetto)

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Gli occhi della tigre non sono solo quelli di Conte, ma anche quelli di Lukaku che lo ha trasmesso a tutto il Napoli sul prato di San Siro. Qualche critica in settimana è arrivata, ma lui ha reagito es ha dimostrato di essere decisivo anche al 50% della condizione. Un gol liberatorio, come quello di Kvara: anche lui al centro di rumor per il rinnovo di contratto. Invece alla Scala del calcio ha dipinto una tela caravaggesca che i napoletani, ma anche i milanisti, ricorderanno per sempre. I due gemelli del gol che hanno assorbito la grinta di Antonio Conte: quella corsetta ad accompagnare Neres all’85esimo fa capire la voglia che ci sta mettendo in questo progetto. Siamo solo all’inizio, ma la sua mano si vede e i margini di crescita sono esponenziali, nel gioco e nei singoli. Ne è un esempio Olivera che sembrava indemoniato: corsa e recuperi che sono stati fondamentali durante l’assalto del Milan. Stesso discorso di Meret che dà certezza e sembra aver recuperato la sua sicurezza risultando decisivo con le sue parate.

Tornando alla squadra, qualche svarione in più rispetto alle scorse gare c’è stato, ma è comprensibile in una partita e in un palcoscenico così importante. Ciò che conta è che settimana dopo settimana il Napoli prende forma, cresce e stupisce. Merito di Conte e di quei famosi occhi della tigre: quando vede l’avversario all’angolo lui colpisce per metterlo al tappeto e i giocatori sono il suo braccio armato in campo. Insomma, gli aspetti positivi fanno ben sperare: è presto, certo, ma sarebbe anche da stupidi mentire e fingere che questo Napoli possa fare qualcosa di storico. Anche l’armonia del gruppo è fondamentale, e quell’abbraccio finale è l’ennesima testimonianza dell’atmosfera che si respira nello spogliatoio. La stessa aria che aleggia su Napoli dove l'entusiasmo dopo stasera è incontenibile: anche Conte ha detto che i tifosi devono sognare, ma ha voluto far mantenere i piedi per terra parlando di qualificazione europea come obiettivo. Ma in fondo non ci crede neanche lui: gli occhi della tigre questa volta mentano, nel riflesso si vede in lontanaza lo scudetto.

A cura di Giovanni Frezzetti

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