Chi scrive non aveva mai ascoltato prima di martedì scorso una canzone di Geolier, eppure non può esimersi dal criticare chi gli ha addirittura chiesto - in conferenza stampa - se si fosse sentito di aver "rubato" il primo posto ad altri. Come si può fare questa domanda a un ragazzo di 20 anni? Per puro odio verso la sua provenienza? Per invidia verso l'identità culturale che Napoli ha molto più evidente di altre città? Per semplice sillogismo di luogo comune del tipo: Geolier ha vinto. Geolier è di Napoli. A Napoli si ruba. Geolier ruba. Geolier ha vinto rubando. Aristotele aveva insegnato qualcosa di meglio, andando a memoria. Di fatto un ragazzo di 20 anni ha buone chance di vincere Sanremo ed è di Napoli, portatore simbolico di una città che - non abituata a vincere - sta vedendo una ribalta culturale, turistica veramente importante negli ultimi anni. C'è chi ancora non ne è consapevole. All'Ariston fischiano la scelta del Televoto e addirittura lasciano lo stabile da nobili feriti, da spettatori accortisi che alla fine il Gladiatore è morto e non hanno ricevuto lo spettacolo che volevano. Ma la musica è di tutti, come il calcio. Non dovrebbe avere barriere, come lo sport, come le relazioni interpersonali. Non è accettabile quanto è successo in sala stampa a Sanremo e dovrebbero dirlo tutti.
Di Mattia Fele
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