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Le idee sono i giocatori, già forti nella mente: quello di Garcia è soltanto un (bel) ricamo

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Nell'inutile ricerca delle differenze tra i Napoli di Garcia e Spalletti di certo non si può inserire una cosa, anzi due: sono Kvara e Osimhen. Due fuoriclasse assoluti che possono bastare a qualunque allenatore e indirizzare qualunque idea
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Napoli-Sassuolo ha dimostrato più forte e con bello stile che non importano poi così tanto le differenze (ci sono) tra Garcia e Spalletti. I primi 15 minuti sono stati da assedio e dominio, poi una fase di stallo dopo il gol su rigore di Osimhen e infine un secondo tempo di totale controllo complice anche un'assurda espulsione di Maxime Lopez. I neroverdi sono stati in partita solo per modo di dire: il Napoli ha deciso quando attaccare e quando difendere, quando accelerare e quando non farlo. Poi ha imposto anche il come, e ha deciso di renderlo bellissimo: l'assist di Kvara per Di Lorenzo è straordinario - specie perché avvenuto dopo 2 minuti dall'ingresso in campo del georgiano - come è incredibile Di Lorenzo stesso, che ha fatto un'altra ennesima prestazione da quasi trequartista. Anguissa e Zielinski hanno letteralmente passeggiato, mentre viene meno ancora la centralità di Lobotka. Importante ma quell'un po' meno che permette anche agli altri di fiorire nei propri angoli di giardino.

Le idee sono i giocatori

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L'impressione è che questa squadra possa rovinare il proprio campionato solo con un cataclisma. Dirlo alla seconda giornata sembra prematuro, ma Kvara e Osimhen insieme sono una forza della natura. Troppo forti, troppo imprevedibili. Ora Kvara viene dentro a fare il trequarti, Osimhen impara sempre più movimenti ed è padrone del ruolo come della squadra. È uscito dal campo nervoso per non aver fatto doppietta. Per non citare poi il famoso "balletto" (per Spalletti: la rumba ndr) dei centrocampisti: Anguissa che si sposta per far scivolare Di Lorenzo è la chicca più interessante e ancora più evidenziata dell'anno scorso, Zielinski invece sta semplicemente dipingendo calcio con una facilità e una serenità che sono proprie dei più forti. Per ora, il Napoli sta dimostrando di aver tratto solo benefici dallo Scudetto sul petto e Garcia sta dimostrando di avere un enorme carisma: ha preso le sue idee e le ha inserite senza remore in una macchina che già funzionava. Sono suoi alcuni esperimenti, alcune scelte forti e altre per così dire "di gusto". Una su tutte l'utilizzo di Raspadori che - è un'impressione o poco più - vedremo molto spesso dal primo minuto quest'anno. Giacomo avrebbe meritato il gol anche ieri sera, per quello che dà e per la qualità che apporta.


Per Garcia le idee sono i giocatori, come ha sempre dichiarato. Vuole calciatori intelligenti e pensanti, che sappiano interpretare più fasi e siano in grado di monitorare l'andamento della partita per cambiarla o adeguarvisi. Poi mette Simeone e Osimhen insieme e prova un 4-4-2 con la mediana Anguissa-Cajuste (che ha fatto bene!) per ben 10 minuti. È sin dalla costruzione un Napoli diverso, come lo stesso Rrahmani ha spiegato nel post. Non si rischia per forza dal basso, si guarda avanti. Pochi passaggi e subito palla verso la porta avversaria. Il possesso palla solo come strumento di controllo o in caso di difese troppo chiuse, come né Sassuolo né Frosinone sono state. Ora arriverà la Lazio ferita da due sconfitte clamorose consecutive contro due squadre che lotteranno per la salvezza, ma il Napoli è una squadra fortissima, tra le prime tre di questo campionato e in grado di fare un'ottima Champions League. Tutto il resto che accadrà sarà circostanziale o dovuto ad episodi. La società il suo lo sta facendo (è quasi fatta per l'ottimo Lindstrom, poi si chiuderà con un centrocampista a meno che non si consideri tale lo stesso danese, come un jolly ndr) anche se in abbondante ritardo rispetto a quanto si potesse fare.

Volendo essere generici, guardando a Juve, Milan, Inter, Roma e Lazio non si vedono sul campo le stesse certezze che ha il Napoli. La stessa superiorità manifesta. Anzi, la Juventus è sembrata sempre la stessa contro il Bologna, con calciatori fuori ruolo e con zero idee per avanzare oltre la metà campo. Il Milan sembra fare tutte le cose che ha sempre fatto con interpreti più esplosivi e giovani, ma non è detto che sia un equilibrio duraturo, è come un essere alla prova ad ogni partita. La Roma anche con Lukaku difficilmente supererà i propri problemi di equilibrio difensivo, la Lazio ha perso qualcosina che rischia di ritrovare proprio a Napoli anche per una questione di mordente. L'Inter è una squadra fortissima, ma ha fatto un mercato incomprensibile. In questo scenario chi si lamenta del Napoli è per forza in malafede. Quello che davvero potrebbe essere migliorato riguarda ambiti come la comunicazione (da rifare da capo) e le infrastrutture, ma sul tecnico guai a muovere una sola parola su questa rosa che si sta anche per rinforzare di parecchio.

Volendo indurre un solo, misero dubbio, ecco quello riguarderebbe Natan. Difensore acquisito per sostituire Kim, ancora desaparecido, bloccato in panchina dalla tenaglie della lingua e del "non conosce il calcio italiano". Kim già conosceva a menadito il congiuntivo imperfetto appena arrivato o aveva fatto la gavetta nella Terza Categoria modenese prima di arrivare al Napoli per adeguarsi all'Italia? Certo, giocava in Europa, ma non c'entra forse fino a un certo punto? L'impressione è che non sia pronto come si sperava fosse, ma per dirlo è veramente troppo presto. Certo è che se non iniziasse a partire titolare dopo le prime 5-6 giornate, allora ci sarebbe qualcosa da dire. Per adesso è un Napoli fortissimo.

 

Di Mattia Fele

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