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Il Milan giocherà per aprire il campo a Leao: Pioli ha lacune in difesa ma interpreti veloci

Il Milan giocherà per aprire il campo a Leao: Pioli ha lacune in difesa ma interpreti veloci - immagine 1
Milan e Napoli si rivedono e ancora una volta non ci sarà Osimhen. Nella rosa di Pioli è cambiato molto, nel Napoli di nuovo c'è lo spartito e chi lo scriverà
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Milan e Napoli si rivedono al Maradona, dopo l'eliminazione bruciante dai Quarti di Champions dell'anno scorso per Spalletti e i suoi. Ora in panchina c'è Garcia che ha dato un volto nuovo alla squadra o almeno è quello che sta tentando di fare. A Berlino poca qualità di gioco ma molta compattezza, con l'assenza di Osimhen che pesa ma è anche un incentivo per tutti a fare di più e con più umiltà. A Napoli arriva Pioli con 3 gol del PSG sul groppone e una bruttissima, orrida gara contro la Juventus giocata tutta di nervi e senza molti spunti interessanti. Il Napoli dovrà partire proprio da quel tipo di analisi per provare a non subire troppo la fascia sinistra del Milan, oltre a offendere in modo importante per tutti e 90 i minuti.

Vince chi cambia?

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Il Milan ha cambiato volto in estate e anche modulo, seppur con un mercato a dir poco confuso. Benissimo gli acquisti di due come Reijnders e Loftus-Cheek, un po' più particolare la scelta di Pulisic come esterno destro - ha sempre dato il meglio di sé a sinistra - e Chukwueze, utilizzato pochissimo. Il tutto per un 4-3-3 quasi necessario dato che l'ex Chelsea è una mezz'ala e andrebbe in difficoltà in un centrocampo a due, anche se Reijnders non si è dimostrato propriamente un metronomo con doti da regista innate. Anche l'olandese è un ottimo incursore nonostante sappia dare del tu alla palla. Poi Okafor, acquisto interessante e di prospettiva. Troppo poco invece si è fatto in difesa, dove restano deboli alcuni ruoli. Pioli ha provato a reinventarsi creando questo modulo differente e soprattutto cambiando princìpi di gioco all'improvviso: il Milan delle prime giornate palleggiava e palleggiava nella propria metà campo, accentrava Calabria come fosse un regista e poi come sempre riempiva tantissimo l'area di rigore. Nelle ultime gare tutto ciò ha portato a un tilt che in realtà era abbastanza prevedibile, dato che non sembra - per quanto forte - una squadra votata a tenere un certo equilibrio che pure conta molto. I 5 gol contro l'Inter ne sono testimonianza clamorosa. Ad ogni modo il pericolo per il Napoli è quello di lasciare troppi spazi: è molto probabile che Garcia scelga una partita più guardinga, anche se in conferenza ha parlato di volersela giocare con le sue carte.


La stella

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È pure inutile dirlo o scriverlo. Rafael Leao ha eliminato praticamente il Napoli dalla Champions dopo averlo ubriacato con i suoi movimenti e i suoi leggeri sorrisi nello 0-4 di qualche giorno prima. Non l'ha tenuto Di Lorenzo, non l'ha tenuto Rrahmani, non l'ha tenuto Meret. Così successe anche a marzo 2022 con gol di Giroud, così ancora - pure se in maniera diversa, forse ridotta - nel 2021 con l'1-3 firmato Ibrahimovic. Mentre all'andata di settembre (1-2 per il Napoli ndr) non c'era per infortunio. Insomma questo calciatore è attualmente in Serie A il 50-60% della pericolosità del Milan, anche per timore che incute agli avversari che sanno di dover sempre stare attenti a non lasciargli buchi o troppo campo nella riaggressione. Nei primi metri Leao è in grado di lasciar dietro anche i più veloci difensori del mondo. Non sta vivendo il suo momento migliore quanto a brillantezza ma è comunque un uomo chiave, decisivo e ha dimostrato che contro un Napoli coraggioso (ma il Napoli sarà coraggioso? ndr) può fare totalmente la differenza. Può allungare e distruggere. Poi che sia o meno inferiore a Kvaratskhelia, come in tanti si chiedono, è un altro paio di maniche e lo lasciamo decidere al campo e alle loro carriere. Sono due calciatori molto diversi. Per il Napoli una buona contromossa sarebbe quella di indirizzarlo più verso il centro del campo, luogo del rettangolo che Leao non predilige in fase di possesso palla e in cui potrebbe doversi trovare a che fare con una densità media più elevata di calciatori da dribblare.

 

Di Mattia Fele

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