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editoriali

Cosa c’entra Rudi Garcia con i primi due gol del Milan?

Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Il primo tempo di Napoli-Milan non può avere a che fare solo con la guida tecnica, dato il secondo tempo. Il bipolarismo di una squadra è sempre figlio dei suoi calciatori, con cui l'ambiente deve iniziare a fare i conti seriamente

Che Garcia abbia commesso molti, incontrovertibili errori nel suo cammino a Napoli è palese e non ci sarebbe nemmeno più motivo di spiegarlo ancora. Come si è detto più volte è un allenatore di difficile collocazione all'interno di un quadro molto identitario di tecnici top o non top, al passo coi tempi o fuori dall'orologio biologico del calcio. Rudi è un po' in mezzo, fa un po' di tutto e un po' di niente e non si ritrovano molto spesso in campo le sue idee perché forse non è più così tanto sul pezzo nell'insegnarle e nel trasferirle alla sua platea. Coi giocatori non è stato amore a prima vista ma l'impressione è che lo spogliatoio del Napoli abbia vissuto momenti ben peggiori in passato, ammutinamento ovviamente compreso. Non è più la stanza degli Insigne e degli Allan ma dell'egregio Di Lorenzo e del silenzioso Kvaratskhelia, stella assoluta del calcio mondiale (è bene ricordarlo sempre ndr). Tanto ammansiti che la vicenda Osimhen è passata immediatamente in secondo piano, spenta come con due dita su una candela. Almeno agli occhi dei media. Premesso questo, Napoli-Milan è stata la dimostrazione che forse è tempo di prendersela un po' anche tecnicamente con questi calciatori.

Fino a 99

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Così il primo e il secondo gol di Giroud di domenica sera non possono avere qualcosa a che fare con Garcia. Che, certo, non prepara bene l'uscita dal basso, non è riuscito a immettere nei suoi uomini l'idea di una squadra che comunque vada non deve allungarsi e chiaramente non ha alcun principio identitario da insegnare perché preferisce la squadra camaleontica. Ciò non toglie che Rrahmani e tutta la linea difensiva (e tutta la squadra) hanno giocato un primo tempo fuori giri, con una marea di errori individuali e di tempi di gioco, di scalate, di pressing orientato malissimo. Di marcature mancate, uscite molli e inesistenti sui tiratori o i portatori di palla in zona cross e zona tiro. I primi 45' potevano finire 0-4 e nessuno avrebbe potuto batter ciglio. Già dire questo è assurdo: il Napoli viene da un campionato straordinario in cui mai aveva permesso a una squadra di fare tutto questo. Un dominio in lungo e in largo per il campo, con giocate semplici degli avversari che hanno fatto sembrare Musah - un buon, normalissimo giocatore - Gavi o Pedri del Barcellona, e Krunic il miglior Toni Kroos. Una roba improponibile.

Poi i cambi di Garcia hanno provato a dare una scossa ma è troppo evidente che la scintilla sia partita dai calciatori stessi. Questo per far capire (e ammettere) anche alla piazza che forse è pure arrivato il tempo di mettere in discussione loro, finora intoccabili. È pur vero che sono gli stessi dell'anno scorso, ma già da inizio anno nell'ordine hanno 1) rifiutato inizialmente le idee di Garcia non rispettandolo come professionista 2) protestato animosamente alle sue scelte durante i cambi 3) sbagliato diverse partite in modo clamoroso e inaspettato 4) creato casini mediatici - Osimhen - per un video TikTok. Insomma a chi scrive non sembra che la rosa sia totalmente assente dalla lista dei "colpevoli" di questo inizio orrendo di stagione sportiva. 18 punti su 30 disponibili. 1.8 di media: una miseria rispetto ai 2.36 dell'anno precedente.

Lo stesso Giovanni Di Lorenzo non sembra per niente lo stesso, ha abbassato il suo rendimento di molto ed è inspiegabile. A questo punto De Laurentiis capisca (o ci provi) se questo malumore dipenda da un mancato feeling - o forzato feeling, imposto - con lo staff tecnico o sia un abbassamento crioscopico tale da raffreddare la fame di tutti quelli che l'anno scorso hanno vinto. E hanno vinto proprio per questo, differenziandosi dagli Insigne e dai Koulibaly proprio in questo fondamentale. Una voglia che finora abbiamo visto solo in Raspadori e Politano, che stanno nettamente over-performando rispetto alla stagione scorsa. Bene anche Zielinski e Kvaratskhelia, ma sol perché sono due giocatori di un'altra categoria. Non è un caso che il Napoli abbia risolto la pratica Milan con due giocate singole e senza un barlume di senso di gioco. Tutta grossa foga. Una foga che però già se ci fosse stata nel primo tempo difficilmente avrebbe consentito a Giroud di segnare due gol uguali, con cross dallo stesso lato. Dubitiamo che Garcia abbia chiesto a Rrahmani di difendere così o alla squadra di stare in 40 metri e non in 27-30 come al solito in lunghezza. Per cui iniziamo a preoccuparci anche di chi sposta il pallone.


Di Mattia Fele

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