Da tempo il Napoli, infatti, è sulle tracce del giovane talento originario di O Porriño, comune galiziano della Spagna. La stellina del Celta Vigo ha cominciato a giocare a circa quattro anni con il Louro Tameiga per poi passare al Santa Mariña, la squadra in cui avevano giocato anche suo padre e i suoi zii. Poi la chiamata del club della Galizia, allenato ora da Rafa Benitez, da sempre squadra della sua vita. Gabri ha svolto l'intera trafila giovanile prima di approdare in prima squadra, giocando prima nella Juvenil A e poi nella squadra B nella terza serie spagnola a 17 anni.
Dal calcio alla zucca da bambino alla passione per il giornalismo: a tutto Gabri Veiga
—Durante l'estate del 2021, dalle parti del Balaidos è scoppiato il caso Bugarín, Veiga viene coinvolto nella controversia. Il calciatore, difatti, era rappresentato dalla stessa agenzia del centrocampista e il club non gli ha permesso di allenarsi agli ordini del Chacho Coudet fino a quando non ha firmato il rinnovo. Naturale l'incremento degli allenamenti in palestra, e non solo. Lo studio in giornalismo all'Università, dunque la coltivazione di un'ulteriore passione.
Spazzate via le critiche legate alla gracilità del sua corporatura, Gabri ha lavorato duramente nel corso degli ultimi anni per strutturare il proprio fisico. Il classico esempio di jolly con caratteristiche offensive. Di base fa la mezzala, con licenza però di spostarsi sulla trequarti, ma al Celta ha giocato anche da esterno offensivo. L'erede ideale di Zielisnki, ormai al passo d'addio, destinato al trasferimento in Arabia e al passaggio all'Al-Alhi. Un centrocampista box to box, atto al gioco di Garcia; necessaria la qualità dello spagnolo per offrire fantasia e imprevedibilità in un zona del campo fondamentale.
Veiga ha incantato mezza Europa con la sua classe sorprendente; costante la dimostrazione della propria qualità con la maglia del Celta. Ma il soggiorno in patria è terminato, l'approdo in Italia è ad un passo: la magia di Gabri lascerà di stucco i tifosi azzurri e tutta la Serie A. Garcia avrà tra le mani un predestinato, al tecnico francese la mansione di trasformare un diamante ancora lievemente grezzo in un gioiello dal valore futuro inestimabile.
A cura di Edoardo Riccio
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