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Testa alla porta e meno controllo: è un Napoli che va al sodo, come il suo nuovo allenatore

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Non è stato un Napoli straordinario e pronto, ma incredibilmente efficace in verticale. Che va dritto al punto e alla porta negli spazi aperti, con Zielinski e Osimhen semplicemente fuori categoria
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Cambiare un allenatore non è esattamente cosa da poco. Lo ha fatto vedere (tra i tanti altri esempi) Frosinone-Napoli (finita 1-3 in rimonta ndr), dove nell'ordine il nuovo tecnico Rudi Garcia ha: ruotato i centrocampisti, usato maggiore verticalità, messo Ostigard a centrocampo, tenuto Raspadori per 80' sulla sinistra, fatto esordire Cajuste con Anguissa pienamente in grado di iniziare. Semplicemente ha messo mano al Napoli già da subito, anche più di come ci si aspettava. Nessun professionista-uomo è uguale ad un altro e finisce così oggi anche la narrazione di chi si era sicuro che il francese toccasse poco la formazione dell'anno scorso. Sì, i calciatori sono gli stessi, ma la mente che li guida è un'altra e il fattore umano esiste. Verticali, decisi: dritti al punto. 

L'ossessione della porta

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La differenza tecnica sul campo tra Frosinone e Napoli è stata palese. Nello smarcarsi individuale come nella costruzione di squadra, nelle giocate singole come nelle letture di reparto. I padroni di casa sono stati fortunati e audaci nel primo tempo a tenere quel livello di aggressività atto a improntare la partita sull'entusiasmo, sull'approccio contratto e (forse) troppo sicuro e pacato del Napoli da un punto di vista atletico. Di Francesco l'ha preparata sulla ripartenza e sull'ampiezza degli attaccanti esterni, e nella prima mezz'ora era anche stata una strategia efficace. Troppo smollato il Napoli dopo aver subìto gol, quasi sfilacciato nei reparti. Conseguenza - ci immaginiamo - anche del diverso modo di recuperare il pallone e di attaccarlo quando in pressione. Più blando rispetto a quello sempre visto con Spalletti, pure se - lo diremo all'infinito - è solo la prima partita e non si possono fare allusioni di alcun tipo, se non qualche piccola considerazione tattica.


La prima coinvolge sicuramente i palloni toccati da Lobotka, che molto poco spesso ha rifinito tra i centrali: di più lo facevano le mezzali a turno o erano i terzini a far partire le azioni. Terzini che davano ampiezza alternandosi bene agli esterni d'attacco. Molto peculiare e interessante la rotazione tra i centrocampisti: Zielinski prima a sinistra e poi a destra, Cajuste molto vicino a Osimhen come Anguissa in alcuni tratti. Garcia vuole un'area riempita, ricca e coperta di giocatori offensivi e lo ha dimostrato (in questo anche Gabri Veiga è un ottimo acquisto: vede gli spazi come nessuno nella rosa del Napoli a livello di centrocampisti). In sostanza è un Napoli molto più verticale già da subito, o almeno questo è ciò che appare ad una prima veloce occhiata di 90' che contano. Poco palleggio orizzontale, si ricerca un recupero palla alto e negli spazi è il devasto per gli avversari. Di più, com'è logico, gli individui iniziano a pesare di più perché migliorano le proprie qualità: Zielinski è stato semplicemente delizioso e ingiocabile. Osimhen anni fa veniva criticato per il suo "calpestarsi i piedi" e ora è sopraffino nelle finalizzazioni e nei movimenti sempre preciso e tecnico. Dell'anno scorso è rimasta la consapevolezza, tolto questo pare un altro Napoli. Forse ancora più tagliato per attaccare al cuore le difese in volata, meno ragionato e pensante.

Questo, chiaramente, implica una maggiore attenzione necessaria nella fase difensiva. Il Napoli vuole fare la partita ma chiudere le azioni velocemente, un po' come un tennista che scarica il vincente dopo pochi colpi in uno scambio. Questo porta a meno possesso palla e quindi a più occasioni per gli avversari, in un certo senso: servirà compattezza e che difendano tutti. Un'altra nota è su Anguissa: centrocampista ormai totale e di superiorità completa, imprescindibile per quanto si cerchi una sua alternativa. Per Garcia può fare anche il centrale (lì è stato anche clamorosamente provato Ostigard: è un tentativo interessantissimo) al posto di Lobotka in caso di assenza o di altro tipo di ricerca. Garcia non ama l'estetica, ama attaccare e segnare. Ama follemente l'efficacia, forse anche più di Spalletti. L'educazione sentimentale del Napoli sta cambiando e non di poco. Per questa ragione i tifosi e gli opinionisti o chi per loro dovranno un po' attendere: non sarà un Napoli pronto subito o comunque verrà fuori sempre meglio rispetto all'uscita precedente. Per ora Rudi Garcia ha dimostrato di essere una persona che va al succo, intelligente ed esigente e molto evoluto nelle disamine tecniche e nell'idea di gioco. Il suo Napoli deve segnare un gol in più degli avversari e molto spesso anche quest'anno ci riuscirà. Il resto saranno variabili dettate da avversari, infortuni, momenti, calendari.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA a cura di Mattia Fele

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