Calcio Napoli 1926
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editoriali

Sono venuti a insultare D10S nel suo tempio: l’inno inglese può andare a farsi benedire

pallone maradona
La provocazione: fischiare l'inno di chi insulta Diego è un atto di resistenza clandestina?

Giovanni Ibello

Sono venuti a casa nostra (per casa nostra noi intendiamo la casa del Napoli e non certo quella dell'Italia) e hanno iniziato a inveire contro Maradona. Sono venuti nel tempio di Diego e hanno levano al cielo cori contro il dio del calcio. Lo ha scritto anche l'edizione odierna di Repubblica, di cui riportiamo un brevissimo estratto per dovere di cronaca: durante la partita di ieri (ma, aggiungiamo noi di CalcioNapoli1926, anche prima dell'inizio delle ostilità, ndr) buona parte dei supporter britannici hanno cantato cori inneggianti alla morte del Pibe De Oro, infangando la sua memoria. Per non parlare della becera bandiera dell'Inghilterra con la scritta "Diego's in a box", in cui la scatola cui si fa riferimento naturalmente rappresenta la bara.

La provocazione: fischiare l'inno di chi insulta Diego è un atto di resistenza clandestina?

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Ecco, viene quasi da dire che il fischiare l'inno degli inglesi è stato un atto di resistenza clandestina contro chi è venuto a casa nostra a desacralizzare e vilipendere la storia del calcio napoletano (e la stessa storia di Napoli). Intendiamoci, questa è una provocazione. Niente più di una provocazione, utile solo a rendere pan per focaccia. Ha ragione il giornalista Maurizio Pistocchi quando, attraverso il suo profilo Twitter, scrive: "Non c’è niente di più incivile e lontano dall’etica dello sport di un pubblico che fischia l’inno nazionale degli avversari. Chi lo fa - a Milano, a Torino a Napoli - purtroppo dimostra la sua inesistente cultura. E non è la prima volta". Ineccepibile. Ma è altrettanto intollerabile che gli inglesi vengano a Fuorigrotta a prendersi gioco di un'icona. Senza considerare un altro aspetto che, secondo il parere di chi scrive, non è trascurabile: noi staremo sempre con Diego, quale che sia la sua posizione politica o morale. Giusta, sbagliata o rivedibile. Noi stiamo con Diego perché abbiamo fede in lui. Perché, come dicono i suoi compagni di squadra, la visione dell'uomo supera quella del calciatore.

Sono venuti a casa nostra a ricordarci che lo abbiamo perso per sempre

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E poi l'amore di Dio è come il mare: ti sorregge se ad esso ti abbandoni. Teologia maradoniana a parte, è altresì giusto rimarcare che per il Pibe de Oro la sfida contro l'Inghilterra è sempre stata più di una sempre partita, ricordate la storia delle Falkland? Perché per un napoletano dovrebbe essere diverso? Prendendo spunto dall'ultimo capolavoro di Sorrentino "E' stata la mano di Dio", ricordiamo agli amici d'oltremanica che Maradona "li ha umiliati". Lo ha fatto con un tocco di mano immortale, una giocata che riverbererà nei secoli. Quel fessacchiotto di Shilton sta ancora sputando veleno a distanza di quasi 40 anni. Noi stiamo con Diego, si è capito. E se vieni a casa nostra e ci ricordi che è morto, se lo insulti e ti comporti con bestialità, con tutto il rispetto per la trapassata regina, per noi God Save The Queen può anche adare a farsi benedire.

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