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editoriali

Il passato (e lo scudetto) non hanno insegnato nulla: i disfattisti fanno un remake

De Laurentiis
Secondo molti sembra che per il Napoli il prossimo sarà un anno da buttare. Perché? Eppure il passato insegna...
Tony Sarnataro
Tony Sarnataro Giornalista 

Un anno dopo ci risiamo: quanto disfattismo per il Napoli. "Presidente caccia i soldi", "gli acquisti dove sono?", "se non prendiamo nessuno non arriviamo nemmeno in Europa", "chi è tizio? chi è caio?" e potrei continuare all'infinito con quanto si legge in queste settimane sui social. Tutti convinti, a partire dai tifosi passando per qualche addetto ai lavori, che la squadra del Napoli sia quella che sta per iniziare il ritiro di Dimaro. Come se fosse il 10 settembre e non il 10 luglio. E menomale che il passato avrebbe dovuto insegnare qualcosa...

Un remake un anno dopo, disfattismo intorno al Napoli

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Dunque torniamo indietro di dodici mesi. Il Napoli stava cambiando un'era: via Insigne, via Mertens, via Koulibaly, Ospina e Fabian Ruiz. Cinque totem della squadra capace di sfiorare trionfi e scudetti. Ecco i vari Kvaratskhelia, Kim, Raspadori, Simeone. Soprattutto i primi due sconosciuti ai più. Le etichette si sprecavano, tanto che De Laurentiis doveva fare il pompiere nei suoi interventi alla stampa, così come Spalletti. Com'è andata a finire lo sappiamo tutti. Oggi la situazione sembra essere la stessa o quasi. Certo con le dovute proporzioni, perché lo scudetto ha comunque sfamato popolo e critici, e ora la pancia è ancora piena di quella gioia assente da 33 anni. Ma i primi mugugni sono all'orizzonte. La nuova rivoluzione, questa volte più dirigenziale, ha portato tanti cambiamenti ai vertici del club. Kim è andato via e ci sono Osimhen, Zielinski e Lozano dal futuro in bilico. Ed ecco ripresentarsi i vari dubbi che tornano ciclicamente ogni anno.


Perché c'è da essere fiduciosi

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Partiamo da un presupposto di base: siamo appena ad inizio luglio, il mercato è iniziato da poco più di una settimana. L'estate (torrida) è lunga così come lo è il mercato. Sentir dire da varie parti che il Napoli si sta indebolendo, è immobile, non compra nessuno, è fuorviante e incattivisce solo l'ambiente in modo del tutto gratuito. Non ci risulta che gli altri top club stiano facendo queste grandi operazioni di mercato. Anzi, qualcuna sta solo vendendo senza rinforzarsi (vedi il Milan). Questa squadra, tra l'altro, capace di vincere uno scudetto a suon di record, non è nemmeno facilmente migliorabile. Qualche ritocco sicuramente va fatto per la panchina, ma per il resto c'è solo da attendere. Se parte qualcuno, arriverà un sostituto. Per fare un esempio: che senso ha prendere un attaccante quando hai Osimhen, Raspadori e Simeone? Se dovesse partire il nigeriano si vedrà. Di sicuro c'è bisogno dell'erede di Kim, e per quello la dirigenza azzurra è al lavoro per garantire a Garcia il miglior sostituto possibile. Già Garcia...c'è chi rimpiange Spalletti ancor prima che il francese abbia iniziato un giorno di ritiro. Perché? E se dovesse vincere il triplo di quanto vinto dal tecnico toscano? Questo disfattismo ciclico infondato non fa bene alla piazza. Per il resto c'è da aspettare, i mesi scorreranno via lentamente, non resta che godersi le vacanze, il relax con un orecchio a radio mercato in attesa del campo, giudice supremo.

a cura di Tony Sarnataro

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