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Composto e moderato (e forte): il “robot” Di Lorenzo è il capitano perfetto per il Napoli

Sara Ghezzi

Giovanni Di Lorenzo, il robot che tutti vorrebbero in squadra

C’è una data che rimarrà impressa nella storia del Napoli: 4 ottobre 2022, il giorno in cui 16 ragazzi hanno letteralmente annichilito l’Ajax alla Johan Cruijff Arena di Amsterdam battendoli per 6 a 1. Un set di tennis, ma soprattutto una superiorità di tecnica e gioco impressionanti. Tra gli artefici di questa vittoria storica Giovanni Di Lorenzo che ieri ha aggiunto un altro tassello alla sua favola.

Di Lorenzo, una favola che continua ad aggiornarsi

Di Giovanni e del suo bellissimo cammino si è scritto già tanto, ma questo ragazzo riesce ad impressionare tutti ad ogni nuova partita. Sia chiaro, l’imperioso stacco di testa sulla perla di Kvara è solo un piccolo capitolo della sua partita. Spalletti lo ha definito un robot, è in effetti è quello che un po’ tutti pensano ormai da 4 anni. Perché sembra impossibile che un essere umano possa macinare chilometri per più di 90 minuti ed essere regolarmente in campo ogni 3 giorni giocando ad altissimi livelli. Di Lorenzo è uno di quei giocatori poco appariscenti ma che è capace di fare sempre la cosa giusta che sia in difesa o quando attacca. Sia chiaro anche lui ha avuto e avrà momenti di defaillance, ma sono talmente rari che gli si perdona tutto.

Perché non si può non perdonare un ragazzo che in campo dà il 200%, sempre pronto ad aiutare, sempre l’ultimo a mollare anche nei momenti più bui degli ultimi anni. Giovanni è diventato capitano quest’anno complice l’addio dei leader. In molti erano scettici su questo suo ruolo poiché ritenuto troppo silenzioso, eppure sta indossando quella fascia al meglio dimostrando che non è importante sbraitare o essere appariscenti per farsi rispettare dai propri compagni. Giovanni fino a questo momento non ha sbagliato un colpo sia con le parole che con i gesti. È sempre il primo a correre dai compagni che segnano, sempre pronto a dare una pacca sulla spalla o a rincuorare dopo un errore.

Contro l'Ajax perfetto anche nel suo ruolo di capitano

Nella perfezione della sua partita contro l’Ajax c’è un gesto alla sua uscita dal campo. Quando Spalletti gli ha concesso qualche minuto per rifiatare Giovanni è andato verso Meret mettendogli la fascia al braccio abbracciandolo e dicendogli qualcosa all’orecchio. Un gesto che ai molti può sembrare banale ma che racchiude l’essenza di questo robot, un gesto nei confronti di Alex che ha vissuto un’estate tormentata e che per la prima volta (anche se per pochi minuti) è stato il capitano del Napoli in Champions League. Un vero leader fa questo e Giovanni lo è pienamente.

Di Sara Ghezzi

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