A cura di Domenico D'Ausilio
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editoriali
Lo strano destino del Gringo e Mister 2 miliardi: quando segnavano a maglie invertite
Domenica alle 15.00 il Napoli di Spalletti sarà ospite del Bologna di Thiago Motta allo stadio Dall'Ara per la gara valida per la penultima giornata del campionato di Serie A. Gli azzurri sono già campioni d'Italia, ma sono a caccia del record dei 91 punti di Sarri, conquistato nel 2018. I partenopei ora sono a quota 86 e solo con una vittoria potranno continuare a inseguire questo speciale traguardo e provare a raggiungere i fatidici 92 punti. Per una curiosa coincidenza, Bologna-Napoli si è disputata nel penultimo turno anche nella stagione dell'ultimo tricolore. Infatti nel 1989-1990, gli azzurri espugnarono il Dall'Ara con il risultato di 2-4 e, grazie alla contemporanea sconfitta del Milan di Sacchi nella fatal Verona, riuscirono a compiere il passo decisivo per il secondo scudetto, conquistato la domenica successiva al San Paolo contro la Lazio. Ma oggi non ricorderemo quella famosissima sfida, bensì una molto meno conosciuta, disputata il 5 maggio del 1974 e valida per la ventottesima giornata di quel campionato e terminata 2-2. Il preludio al trasferimento di mercato più costoso della storia per l'epoca: Giuseppe Savoldi, Mister 2 miliardi, al Napoli.
Gli azzurri andarono in terra felsinea a cerca di punti per consolidare il terzo posto alle spalle delle battistrada Lazio e Juve, con i biancocelesti poi laureatisi campioni d'Italia per la prima volta, mentre i rossoblù erano tranquilli a centro classifica. Questa partita merita una menzione speciale perché, al di là del risultato, segnò il crocevia di due grandi campioni che si sarebbero successivamente incontrati, ma a maglie invertite: Savoldi e Clerici. Tra le fila del Bologna giocava Giuseppe Savoldi, uno degli attaccanti italiani più prolifici degli anni 70, mentre fra gli azzurri c'era Sergio Clerici, grande centravanti brasiliano soprannominato El Gringo, il quale ha giocato nel club partenopeo tra il 1973 e il 1975 segnando ben 29 reti: una cifra importante per l'epoca. Il match terminò con il risultato di parità: 2-2, con Savoldi che rispose su rigore all'iniziale gol del vantaggio segnato da Clerici. Chiusero l'incontro i gol di Roberto Vieri, padre di Christian, e dell'indimenticato Faustinho Canè. Quello fu uno dei tanti pareggi in trasferta degli azzurri in quella stagione, i quali non permisero loro di competere per lo scudetto. Infatti, i partenopei chiusero con sole due vittorie lontano dal San Paolo e al terzo posto in classifica nel 1973-1974.
La stagione successiva, il club di Ferlaino andò vicino allo scudetto, chiudendo a due soli punti dalla Juve. Così l'ingegnere, per sferrare l'attacco decisivo al tricolore, decise di ingaggiare il forte centravanti del Bologna per una cifra mostruosa per l'epoca: 1 miliardo e 400 milioni di lire. Ai felsinei, inoltre, andarono la metà del cartellino di Rosario Rampanti e a titolo definitivo proprio Sergio Clerici, valutati entrambi 600 milioni di lire. Per El Gringo si trattò di un ritorno in Emilia, visto che aveva già militato nel club rossoblù nel 1967-1968. Dunque, la cifra totale dell'affare fece guadagnare a Savoldi l'appellativo di Mister due miliardi. Quello del Napoli, all'epoca, fu il colpo di mercato più costoso della storia.
Il club azzurro già nel 1952 fu protagonista del colpo più costoso grazie all'allora presidente Achille Lauro che ingaggiò Hasse Jeppson per l'ingente cifra per l'epoca di 105 milioni di lire e, a causa di questa somma, i tifosi napoletani lo ribattezzarono 'o Banco 'e Napule. Poi, il resto è storia. Dopo Savoldi, il Napoli ritoccò ulteriormente il record nel 1984: dal Barcellona per 13 miliardi di lire arrivò il più grande calciatore della storia: Diego Armando Maradona. Savoldi rimase quattro stagioni all'ombra del Vesuvio segnando 77 gol totali, vincendo nel 1976 la Coppa Italia e la Coppa Italo-Inglese. Realizzò, inoltre, due quaterne: in un Napoli-Foggia (5-0) di campionato e in un Napoli-Juventus (5-0) di Coppa Italia del 1978. In quell'edizione fu il miglior marcatore segnando ben 12 reti, primato dell'epoca, superato in seguito dal solo Gianluca Vialli nel 1988-1989 con 13 gol.
A cura di Domenico D'Ausilio
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