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editoriali

Conte, ha già vinto una partita: ha fatto dimenticare ai tifosi il suo passato bianconero

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La prima conquista del tecnico azzurro
Sara Ghezzi

Il nome di Antonio Conte per tutti è legato al mondo Juventus e per anni ciò ha rappresentato per i tifosi napoletani un ostacolo nel riconoscere la sua figura da sempre individuato come l'antipatico. Se da un lato i risultati portavano a sognare di avere lui sulla panchina del Napoli. Dall'altro l'orgoglio della propria fede calcistica spingeva a tenerlo alla larga. Ma, alla fine, è successo. Dal 5 giugno il tecnico è ufficialmente alla guida della squadra. Da allora il suo passato è finalmente stato chiuso nel cassetto dei ricordi da parte dei tifosi azzurri.

Conte,il colpo di fulmine per il salvatore atteso da mesi

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Il nome di Conte è iniziato a girare in ottica Napoli in maniera insistente dallo scorso ottobre quando il rapporto Rudi Garcia-De Laurentiis era ormai insostenibile. Il presidente lo ha contattato, ma la sua promessa di prendersi un anno di stop per godersi la famiglia è stata più forte della tentazione di una nuova esperienza. Eppure l'avventura azzurra ha iniziato a stuzzicarlo tanto da dichiararlo anche da Francesca Fagnani a "Belve". Il tecnico in quell'occasione parlò di piazze come Napoli e Roma, perché necessitava di vivere una passione che a Torino, Milano e in Inghilterra sono meno radicate rispetto a città come quella partenopea e quella romana. Una dichiarazione che aveva acceso i tifosi di entrambi i club e che alla fine si è avverata solo per i partenopei. Conte si è tinto d'azzurro e dal giorno del suo annuncio è stato travolto da un amore che lui stesso ha dichiarato di non aver mai ricevuto. Un colpo di fulmine. Di quelli che spesso raccontano non esistere. Un colpo di fulmine per l'uomo considerato il salvatore dopo una stagione da incubo che ha in meno di 365 giorni messo da parte il sogno vissuto l'anno precedente.


Un Conte sorridente a Dimaro avvolto dall'amore dei tifosi

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Mister Conte dal momento in cui ha messo piede in quel di Dimaro è stato avvolto da un amore che, probabilmente, nemmeno Spalletti aveva assaporato il suo primo anno in azzurro. Ma ciò che maggiormente colpisce chi è presente in Trentino è vedere quanta riconoscenza prova il tecnico nei confronti dei tifosi. Risponde ai cori con sorrisi e applausi. Mostra la sua grinta, regala autografi e non si tira indietro quando c'è da rendere felice un sostenitore. Anche in campo si percepisce tutta la sua voglia di rimettersi in gioco, in quella che sente come una delle sfide più difficili della sua carriera.

Vuole ritrovare il Napoli dello scudetto, che è certo esserci ancora, ancora di più quando parla con un senso di comunità raro per un tecnico appena arrivato. Un noi collettivo nella vittoria. Un noi collettivo nella sconfitta. È consapevole del fatto che la pressione da queste parti è enorme, ma non ha paura. Perché lui è abituato a sudarsi il lavoro. È uno di quelli che fatica, d'altronde è stata la sua prima dichiarazione da napoletano. "Ammà faticà", e in questi giorni lo sta facendo fare ai suoi, perché non è abituato ad avere senza dare. Lo ha ribadito alla presentazione e lo dimostra in ritiro. La sua avventura in azzurro è appena iniziata, ma ha già vinto qualche partita. Quella della permanenza di Di Lorenzo e Kvaratskhelia, e quella di aver dimostrato che nel calcio non conta il passato, ma il presente, tanto da rendere uno storico simbolo della Juventus, un nuovo re di Napoli e del Napoli.

A cura di Sara Ghezzi

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