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Conte, quante curiosità! Dagli 8 palloni per pagarlo al dialetto leccese in Inghilterra

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Alcune curiosità sul nuovo tecnico azzurro
Sara Ghezzi

Antonio Conte è il nuovo allenatore del Napoli. Una scelta forte di De Laurentiis che punta su uno dei migliori tecnici nel panorama europeo. Un leccese in terra partenopea, dove potrà sentire il calore del sud, affacciarsi sul mare e godere di una città che forse non si allontana totalmente dalle sue origini. I tifosi azzurri sono già impazziti per il loro nuovo condottiero che arriva dopo una stagione fallimentare conclusa con un deludente decimo posto dopo lo scudetto dello scorso anno. C'è talmente tanto entusiasmo che il suo passato da juventino è passato in secondo piano. Prima di vederlo in azione sulla panchina azzurra proviamo a conoscerlo un po' con qualche curiosità sulla sua vita e sul suo passato.

Conte, dagli 8 palloni per acquistarlo alla passione per lo studio

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La carriera nel mondo del calcio di Antonio Conte è iniziata nella Juventina Lecce di cui il padre Cosimino era proprietario e allenatore e che non faceva sconti al giovane e talentuoso figlio. Poi, però, passò al Lecce che lo pagò 8 palloni, tra cui 3 pure sgonfi, e 200mila lire. Un inizio particolare per lui che è diventato negli anni tra gli allenatori più determinanti nel panorama calcistico europeo. Non solo il pallone nella vita del giovane Antonio che si contraddistingueva anche a scuola dove aveva voti molto alti tra cui anche diversi dieci. Tanto da spingere la mamma Ada a pensare che se la strada calcistica non avesse avuto un buon fine, sarebbe diventato un ottimo professore di educazione fisica. La carriera poi ha preso un'altra direzione, ma lo studio non lo ha completamente dimenticato, tanto che nel 2008 si è laureato in scienze motorie all'Università di Foggia con la votazione di 110 e lode. Questa sua propensione allo studio, però trova una piccola falla in un tema delle elementari dove utilizza un termine, "comodose", non presente nel dizionario italiano.


Le Big Babol, l'allenamento scalzo e l'amore per il cibo di casa

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Antonio, come tanti suoi coetanei, da ragazzino non aveva una grande disponibilità economica e la sua passione per le Big Babol lo spingevano a tagliare a metà ogni gomma, in modo da farle durare più tempo. Peccato che poi la caratteristica bolla non veniva fuori poiché il pezzetto era troppo piccolo.

Conte è conosciuto per essere un sergente di ferro durante gli allenamenti. Attento alla puntualità, alla dieta da seguire, tanto da appendere in mensa carelli con i valori nutrizionali, e all'impegno. Ma forse non tutti sanno che questa attenzione deriva da una sua esperienza personale quando era al Lecce. Infatti, al suo primo allenamento con la maglia del Lecce fece ritardo a colazione e non vedendo i compagni si mise a giocare a ping pong. In realtà erano già tutti in campo per la seduta e il suo allenatore vedendolo impegnato in altro, volle "punirlo" facendolo allenare scalzo.

Un'altra curiosità riguarda il suo passaggio alla Juventus. Lì Agnelli gli aveva promesso di trattarlo come un figlio e a quel punto chiese alla madre di non mandargli più il cibo dal Salento, solo i pasticciotti. Ma da buon uomo del sud anni dopo è tornato a chiedere del cibo, questa volta la parmigiana di melenzane che ama tanto.

Le due moglie di Conte, l'inglese leccese, la religione e la calvizie

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Antonio Conte nel 2013 si è sposato con Elisabetta da cui ha avuto una figlia. Ma Andrea Pirlo in un'intervista rivelò che la consorte deve condividere il marito con un'amante...si tratta del calcio. Infatti, per lui il suo lavoro è una vera ossessione, che lo ha aiutato a vincere pur arrivando a limite con la squadra e la società. E come rivela l'ex centrocampista, è talmente "malato" da passare anche una notte intera a studiare l'avversario. Ma nella sua esperienza lavorativa il tecnico ha vissuto anche un momento difficile quando fu squalificato per 4 mesi in ambito dell'inchiesta del calcioscommesse per omessa denuncia. In quell'occasione, dopo aver scontato la sua pena, in una conferenza stampa si sfogò duramente con il suo tipico accento del sud e facendo nascere il suo tormentone "Agghiaggiande". L'altro tormentone legato all'allenatore è quello per i suoi capelli. Infatti, quando era ancora giocatore si notava la sua calvizie, per lui un cruccio. I suoi capelli, però, sono ricresciuti grazie all'aiuto della tecnologia che ha fatto nascere molto spesso dell'ironia nei suoi confronti.

Non tutti sanno che il mister ha anche una fede molto consolidata. Ha dichiarato di pregare molto, anche dieci minuti al giorno, e spesso gli è capitato di andare a messa nel giorno della partita. Anche di domenica insieme a sua moglie e sua figlia non manca mai all'appuntamento. Un legame forte quello con la religione, come quello con la sua terra. Il sacro e il profano. Infatti, il tecnico è profondamente orgoglioso delle sue origini del sud, Lecce, il sui dialetto è predominante nel suo linguaggio. E anche nella sua esperienza in Inghilterra, al Chelsea e al Tottenham, era solito parlare in leccese utilizzando in inglese una sola parola "Work", lavorare, non un caso con lui, così dedito e attento al lavoro.

Le bottigliette lanciate, il duro confronto con Buffon, il legame con lo spogliatoio e il futuro predetto dalla Fagnani

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Andrea Pirlo si è scatenato nel raccontare alcuni aneddoti sul suo ex allenatore. Ta questi si annovera anche un particolare vizio di Conte. Infatti, sembra che ami particolarmente il lancio delle bottigliette per sfogare la sua rabbia durante l'intervallo delle partite. L'ex bianconero ha raccontato che al suo arrivo non sapeva che ci fosse un luogo pericoloso all'interno dello spogliatoio. Quello era l'angolino dove erano soliti arrivare le bottiglie lanciate dal tecnico che i giocatori dovevano essere bravi a schivare.

Che il tecnico abbia un carattere fumantino non è testimoniato solo dal racconto di Pirlo, ma anche da un episodio accaduto con Buffon nel 2014 quando erano alla Juventus. I bianconeri erano già campioni d'Italia a 99 punti, lui voleva vincere per il record e Gigi ebbe la malsana idea di chiedergli di eventuali premi per la straordinaria stagione. La risposta fu un vaffa... con annesso invito ad uscire. Ma nonostante questo carattere non facile ha una grande capacità di instaurare con lo spogliatoio un rapporto molto forte tanto da organizzare una vola al mese delle cene per stare insieme e rafforzare l'unione del gruppo. E a Napoli avrà il compito di ricucire proprio il gruppo sgretolatosi in questa stagione, in cui è stato vicino all'azzurro già ad ottobre. Eppure il suo futuro lo aveva predetto da Francesca Fagnani a Belve quando dichiarò che gli sarebbe piaciuto sedere sulla panchina azzurra. Detto fatto, manca poco.

Infine, ultima curiosità, alla guida del Napoli arriverà un Cavaliere  dell'ordine dei meriti della Repubblica italiana. Nel 2000 è stato insignito dal presidente Ciampi di questa importante onorificenza che testimonia la sua dedizione al lavoro.

A cura di Sara Ghezzi

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