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Chi se ne frega della bellezza! È Conte il vero re del corto muso

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Addio alla Grande Bellezza: a Napoli è iniziata una nuova era
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

Come nell’ippica, basta mettere il musetto davanti per vincere. È sempre stata questa la massima di Allegri che ha scatenato più volte l’annoso dilemma tra giochisti e risultatisti. A Napoli abbiamo sempre vissuto il bel gioco, dal primo Mazzarri a Sarri e Spalletti. La bellezza è stato il marchio di fabbrica dell’era De Laurentiis. Ora tutto è cambiato, a Napoli c’è il vero re del corto muso: Antonio Conte.

È Conte il vero re del corto muso

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La vittoria con il Lecce per 1-0, dopo quella di Empoli con lo stesso risultato, ha sancito un dogma: il Napoli è vincente e Conte bada alla sostanza. Se questi sono i risultati chi se ne frega dell’estetica. Il pragmatismo per una squadra in costruzione che si ritrova a poter vincere qualcosa di importante è la strada da seguire. Conte lo sa, così come i calciatori che in campo applicano perfettamente la sua filosofia. Una lotta cruda quando serve o un bel lancio lungo, sono cose che difficilmente avevamo visto. Ma questo cosa significa? Una sola cosa: Conte e il suo staff sono intelligenti, sanno che ora va messo fieno in cascina per provare a fare il miracolo scudetto. Poi il resto si vedrà. La rosa è importante ma è ancora in costruzione: sono arrivati pezzi pregiati come McTominay, calciatori che stanno ancora cercando la forma migliore come Lukaku, e talenti che devono ancora sbocciare completamente come Neres e Gilmour.


Nulla da temere per i napoletani, la loro amata bellezza arriverà: ma finalmente abbiamo trovato il pragmatismo. Quante volte ci siamo visti soffiare sotto il naso scudetti, coppe e piazzamenti europei? Troppe. Eppure ci siamo consolati con il bel gioco. Ora le cose sono cambiate: ci consoliamo con le vittorie anche se arrivano con il tanto vituperato corto muso allegriano, Da oggi le cose cambiano: Allegri sta svernando da qualche parte e Conte gli ha soffiato lo scettro. Un fantino che gareggia su Varenne: come ai tempi d'oro dell'ippica. Un'accoppiata vincente come quella di Conte con il Napoli. Il tempo delle parole è finito, è arrivato quello dei fatti come dimostrato da Di Lorenzo. Era stato accompagnato alla porta, ma Conte l'ha fortemente voluto ed ha avuto ancora una volta ragione. E non è un caso che questa vittoria arriva da un gol del capitano (potevano essere due ndr): a Napoli ora regna l'armonia, tutti hanno il sorriso, ma allo stesso tempo sanno che sono soldati in missione: in campo va fatta la battaglia quando serve. Questo successo ha sancito la fine della Grande Bellezza ed ha spalancato le porte della nuova era: quella del Napoli del corto muso.

A cura di Giovanni Frezzetti

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