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Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’ ‘e femmene belle

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Con l'Empoli è venuta fuori la vera qualità di questo Napoli: il coraggio
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

"Chi nun tene coraggio nun se cocca ch' 'e femmene belle": recita così un noto detto napoletano che sottolinea come chi non osa non va lontano. Ed è proprio col coraggio che il Napoli l'ha vinta: il coraggio di Conte e Kvara. Il mister ha fatto un cambio che non ti aspetti; il georgiano è andato sul dischetto con freddezza dopo settimane di voci destabilizzanti sul suo rinnovo.

Chi nun tene coraggio nun se cocca ch' 'e femmene belle

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Il detto può sembrare banale, ma invece è fortemente esplicativo di questo Napoli: non manca per nulla il coraggio, si getta sempre il cuore oltre l'ostacolo. Il primo a farlo è stato Conte che sullo 0-0 ha tolto un opaco Lukaku, il suo pupillo, per inserire Simeone. Un cambio coraggioso che ha dato subito i suoi frutti: l'argentino è entrato in campo con grinta e voglia e si è subito guadagnato un calcio di rigore. Ecco che qui subentra l'altro ragazzo coraggioso: Khvicha Kvaratskhelia. Da un po' di tempo sul georgiano circolano voci sul rinnovo, questa settimana sono state anche più insistenti. Inoltre, era iniziata una specie di telenovela su un possibile ballottaggio con Neres. Notizie destabilizzanti che il ragazzo ha gettato alle spalle presentandosi sul dischetto. Quel pallone pesava come un macigno ma Kvara è stato freddo, glaciale, ed ha spiazzato Vasquez. Un gol decisivo in una giornata in cui era tornato a soffiare il vento del Nord da Milano e Torino, una rete che arriva in una gara in cui la sofferenza degli azzurri è stata tanta. Infatti, la prima frazione di gioco è stata difficile per i ragazzi di Conte che, però, ancora una volta hanno dimostrato due cose: di saper soffrire e di avere una difesa granitica. Anzi, ce n'è anche una terza: l'acquisto di Buongiorno è stato il migliore della sessione di mercato. Il difensore ha giganteggiato bloccando ogni assalto dell'Empoli e beccandosi anche il premio di MVP della gara. Menzione speciale anche per Caprile che ha parato tutto ciò che poteva e ha tenuto a galla gli azzurri nel momento di difficoltà.


L'approccio nella ripresa è stato diverso e ad aiutare il tecnico del Napoli è stata anche la panchina: cambio di Simeone a parte, è stato fondamentale l'apporto anche di Olivera e Neres. L'uruguaiano ha sgaloppato sulla fascia mettendo alle corde gli avversari; il brasiliano con la sua corsa e le sue giocate ha fatto lo stesso. Insomma la panchina è una risorsa importante per questo Napoli e fa capire quanto debba essere coraggioso nelle scelte il mister: è difficile tenere fuori questi calciatori, ma meglio dover fare scelte difficili piuttosto che non avere alternative. Questa è la forza della squadra: essere un gruppo compatto con giocatori forti che allenamento dopo allenamento alzano l'asticella. Una competitività che non è assolutamente un limite, ma è una risorsa. E vittorie in partite come questa sono proprio figlie di questa situazione di abbondanza nella rosa. E allora il Napoli e Conte devono osare da qui alla fine del campionato: "Chi nun tene coraggio nun se cocca ch' 'e femmene belle".