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Il codice Motta: possesso, inserimenti e automatismi! Ferguson il centro avanzato del gioco

Thiago Motta
Al Dall'Ara va in scena Bologna-Napoli, sfida per niente semplice per gli uomini di Garcia. Ci sarà da tener d'occhio soprattutto la gestione della palla e dei momenti delicati del gioco, tenendo stretti i reparti
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Non è bastata la Champions a Rudi Garcia per rivedere un Napoli per lo meno sicuro dei propri mezzi per novanta minuti, pure contro una formazione modesta come quella del Braga. Quest'oggi al Dall'Ara una delle prove del 9 per una squadra che rischia di recitare il ruolo dell'incerta in un campionato che per ora è dominato dallo strapotere dell'Inter. Thiago Motta arriva a questa gara dopo un'estate piuttosto tremolante e un mercato mica male, ma soprattutto con le sue idee che in campo si vedono eccome. Tutte quante. E nel calcio di oggi, dove il valore assoluto è superiore solo se ti chiami Mbappé, Haaland o Vinicius mentre tutti gli altri galleggiano e dominano in base ai contesti, portare un principio giù sull'erba è banalmente una ricetta per vincere. Per essere coerente e costante.

Non proprio sbolognare

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I felsinei hanno venduto eccome in quest'estate: Schouten, Barrow, Medel, Dominguez, Arnautovic, Soriano, Cambiaso. Una mini-rivoluzione che poteva significare anche perdersi nei meandri dello spogliatoio. Arnautovic era il vero faro centrale dell'attacco ma Schouten e Cambiaso con la loro qualità l'anno scorso svoltarono al 100% la stagione, complice ovviamente anche il modo fluido in cui Thiago Motta ha iniziato a farli girare. Al loro posto oggi ci sono Ndoye e Karlsson, Beukema, El Azzouzi, Posch (titolo definitivo) e Kristiansen. Degli interpreti che finora stanno mostrando di avere delle ottime doti di palleggio e poi rifinitura, in un passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1 che Thiago Motta ha messo in pratica molto velocemente e senza che la squadra ne risentisse troppo.


La stella

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Oltre alla qualità incredibile di Zirkzee, promosso a terminale offensivo dopo l'addio di Arnautovic, il giocatore più pronto e completo nell'undici di Thiago Motta è senza dubbio Lewis Ferguson. Lo scozzese ex Aberdeen ha tantissima qualità nei tempi di inserimento, nel calcio da fuori, nel recupero alto (-issimo) di palla nel pressing iniziale e può essere il reale problema lì per il Napoli. Nella zona di nessuno, come la chiamava Spalletti. Con il 4-2-3-1 e quindi lo scambio vertice basso-vertice alto, Ferguson sfrutta quegli ultimi 30 metri per fare male alle squadre ma può anche tranquillamente allargarsi in stile mezzala per non dare riferimenti, creando triangolazioni alla Sarri maniera tra sé, il terzino e l'ala. Si tratta di un calciatore per niente banale nel pensiero e anche nelle scelte, spesso precise e intelligenti. Nel Napoli si dovrà vedere più olio nei meccanismi o almeno dei meccanismi, una gestione della palla sicura e superiore a quella del Bologna come accadde in casa contro il Sassuolo alla seconda giornata e soprattutto la capacità di seguire il piano gara, che sia esso fatto di ripartenze rapide o di allargamento delle maglie avversarie col dominio del gioco specie a centrocampo con l'uomo in più (relativamente ndr).

Di Mattia Fele

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