Non dovrebbe essere difficile per l'allenatore che succederà sul trono a Luciano Spalletti: gli basterà non fare danni ed avere una testa calcistica immersa nel 2023, non nell'italianismo tossico. Al resto dovrà pensare la società. Il Napoli ha vinto senza proclami e l'anno prossimo sarà la grande favorita, avrà la maglia con lo Scudetto in petto. Dovrà essere all'altezza. I calciatori dovranno da subito essere in grado di capire - senza nostalgia - che il fulcro di un ciclo possono essere (anche) loro. Da dire c'è che non è stato piacevole terminare un'annata così importante, con un verdetto praticamente già sancito da febbraio, sentendo i dibattiti su chi abbia ragione tra De Laurentiis e Spalletti. Con un capo del filo che tende verso l'allenatore che avrebbe anche "sopportato troppo a lungo" i clamorosi soprusi del patron. Con un altro canto, un'altra campana che invece parla di De Laurentiis sempre perfetto e sul pezzo, col mister che ha un caratteraccio permaloso e non ha saputo gestire Totti e Icardi. Sempre la stessa solfa. La realtà è che nei rapporti di lavoro c'è bisogno di spartirsi i meriti, De Laurentiis questo sa farlo poco. Sempre nei rapporti di lavoro c'è bisogno di saper tamponare e disinnescare. Spalletti sa farlo poco, questo. È la storia di due uomini che hanno difetti come tutti noi che lavoriamo, che scriviamo, che ci relazioniamo. Non è per questo che si interromperà il rapporto, né per una stupida PEC. Attenderemo poi di capire che partecipazione ci sarà da parte della squadra alla festa del 4 giugno: se sarà più una forzatura, un saluto finale di campo o se la gioia si riproporrà. Anche da lì perverranno dei bei segnali.
Con buona pace di tutti, il Napoli ha chiuso la stagione con 15 vittorie fuori casa, con un calcio straordinario in certi spezzoni di campionato. Con una continuità clamorosa data dalla convinzione dei propri mezzi e anche dal timore inculcato nelle avversarie, che poco conoscevano cosa si sarebbero trovate di fronte. L'anno prossimo sarà complicato, molto più di questo perché tutta una serie di dinamiche saranno già viste. Forse quel pizzico di imprevedibilità lo daranno i nuovi acquisti che completeranno il centrocampo e la difesa, oltre che qualche aggiunta di sfarzo del nuovo allenatore (che non sarà Conte, non sarà Gasperini e forse nemmeno Palladino: non ci vuole un genio a capire che non avrebbe alcun senso). Ci lasceremo di nuovo sorprendere. Ma, per citare Dries Mertens: Napoli, quanto ci siamo divertiti?
A cura di Mattia Fele
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