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editoriali

Quando Dall’Ara e il Bologna denunciarono il Napoli per corruzione

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Oggi ricordiamo Bologna-Napoli 0-1 del 6 giugno 1948, gara valida per la 38esima giornata del campionato di Serie A 1947-1948

Domenica alle 18 il Napoli di Garcia sarà ospite del Bologna di Thiago Motta allo stadio Dall'Ara. La gara è valida per la quinta giornata del campionato di Serie A. Gli azzurri tornano in Emilia dopo il pareggio della scorsa stagione e se dovesse ripetersi lo stesso risultato sarebbe la prima volta dal 1980 che le compagini impattino per due volte di fila al Dall'Ara. Ci sono almeno due Bologna-Napoli nell'immaginario dei tifosi azzurri. Il primo è quello dell'aprile 1990 quando gli azzurri si imposero per 2-4 e, grazie alla contemporanea sconfitta del Milan a Verona, gli azzurri misero le mani sul loro secondo scudetto; il secondo è quello del febbraio 2017 quando i partenopei stabilirono il record di vittoria più larga in trasferta della loro storia, battendo i rossoblù con un roboante 1-7.

Bologna-Napoli 1947-1948, quando Dall'Ara denunciò gli azzurri per corruzione

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La partita che penderemo oggi in esame è quella del 6 giugno 1948, valida per la 38a giornata della Serie A 1947-1948. Quel campionato fu davvero un unicum nella storia del calcio italiano, perché fu disputato a squadre dispari: ben 21. La Triestina, retrocessa l'anno prima, fu ripescata per motivi patriottici e fu iscritta in sovrannumero in quel campionato, arrivando addirittura seconda dietro al Grande Torino. Gli azzurri erano alla disperata ricerca di punti per centrare una difficile salvezza, mentre i felsinei erano praticamente senza obiettivi. Allora il calciatore azzurro Luigi Ganelli incontrò il rossoblù Bruno Arcari, entrambi residenti nella cittadina lombarda di Codogno e prossimi a imparentarsi perché il secondo era promesso sposo di una sorella della moglie del primo, per far sì che i suoi compagni non giocassero alla morte contro i partenopei. In seguito, il presidente del Napoli, Giuseppe Muscariello, e il dirigente Paolo Innocenti incontrarono nel capoluogo emiliano l’allenatore dei felsinei Fellsner, il dirigente Genovesi e alcuni giocatori del Bologna. Fecero offerte concrete, ma non fu possibile stabilire se e quanti giocatori vi aderirono. Effettivamente, il Napoli espugnò Bologna con un gol al 90° di Krieziu, ma gli azzurri non riuscirono comunque a evitare la retrocessione, arrivando quartultimi a quota 34 insieme alla Salernitana, a un punto dalla Roma.

Ma il presidente del Bologna Renato Dall'Ara, a cui poi verrà intitolato lo stadio comunale, denunciò l'accaduto alla Lega Calcio che, dopo accurate indagini, riconobbe il Napoli colpevole di corruzione, condannandolo alla retrocessione all'ultimo posto della classifica per responsabilità diretta, squalificando a vita il presidente Muscariello e il calciatore Ganelli. Il club azzurro provò a ribaltare la sentenza in tutte le sedi possibili, arrivando a chiedere l'iscrizione in sovrannumero come la Triestina l'anno prima, ma fu tutto inutile: la sentenza fu confermata. Da notare però che il Napoli, in fin dei conti, non fu punito perché gli azzurri erano già retrocessi sul campo. La fortuna del club partenopeo è che, non essendo ancora stato introdotto il principio di afflittività nella giustizia sportiva, non furono inflitti ulteriori punti di penalizzazione nel campionato di Serie B 1948-1949 a cui parteciparono e concluso al quinto posto in classifica.

In foto da sinistra, in piedi: Pretto, Barbieri, Candales, Verrina, Rosi, Santamaria; accosciati: Andreolo, Chellini, Di Costanzo, Spartano, Pastore.


A cura di Domenico D'Ausilio

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