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editoriali

Altro che rapina, Behrami dica la verità: il Napoli della «Rafalution» era troppo per lui

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Fanno discutere le recenti dichiarazioni di Behrami sulla città di Napoli

Giovanni Ibello

"Ero in macchina e ho visto che mi stavano seguendo, mi hanno rotto lo specchietto e poi dopo aver abbassato il finestrino mi hanno puntato una pistola alla testa. Uno shock. Mi hanno rubato anche l'orologio. Uno indossava una calza, l'altro l'ho visto e sono andato a denunciarlo, identificando il ladro come nei film. Poco prima del processo ho ricevuto minacce dalla famiglia di quest'uomo. Poi andai dal parrucchiere con mia figlia e mi rubarono l'auto. A quel punto ho detto basta, voglio andarmene da qui".

Fanno discutere le recenti dichiarazioni di Behrami sulla città di Napoli

Altro che rapina, Behrami dica la verità: il Napoli della «Rafalution» era troppo per lui- immagine 2

 

Queste sono alcune delle dichiarazioni recentemente rilasciate a Blick dall'ex azzurro Valon Behrami. Dichiarazioni che meritano un paio di considerazioni sparse: in prima istanza è assolutamente doveroso solidarizzare con chi ha subito una violenza, sia questi un calciatore o un "comune mortale". Veniamo al punto due. Non stiamo qui a sottolineare ciò che è superfluo e cioè quanto il tema delle rapine ai calciatori faccia notizia solo se si tratta della tanto vituperata Napoli. Ciò non toglie che una simile aggressione sia intollerabile.

La verità sull'addio di Behrami al Napoli

Veniamo ai fatti. Il 2013/2014 era il primo anno del nuovo corso del Napoli di Benitez, quella che all'epoca veniva chiamata la "Rafalution" (la rivoluzione di Rafa Benitez) una squadra profondamente rinnovata dallo spagnolo - complice l'intercessione dell'agente Quillon - e migliorata nell'organico grazie alla remunerativa cessione di Edinson Cavani. Difficile pensare che un giocatore del valore di Behrami, non propriamente un top player, tanto per usare un eufemismo, potesse restare da protagonista in una rosa il cui zoccolo duro solo 4 anni dopo avrebbe lottato per lo scudetto. E infatti in quella seconda stagione partenopea Behrami collezionò dieci presenze in meno rispetto all'anno precedente. Tanto bastò al Napoli per capire che lo svizzero poteva essere messo alla porta. Diciamo pure che è stato il Napoli a liberarsi di Behrami, e non viceversa.

A cura di Giovanni Ibello