editoriali

Aveva ragione Diego, stiamo giocando contro tutti quanti

Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 
Quelle parole di Maradona pronunciate nel 1987 sono più attuali che mai

Al di là dei risultati delle strisciate, il Napoli battendo il Como si assicura il primato in classifica: guarderà tutti dall'alto verso il basso durante la sosta. Una vittoria meritata, nonostante qualche sofferenza nella parte centrale del primo tempo dove la squadra di Fabregas ha messo alle corde gli azzurri. Un fuoco di paglia: la banda Conte si è scatenata ed ha messo ko gli avversari. Tutto liscio, no? E invece no! L'arbitro Feliciani ci fa tornare alla mente delle parole del grande Diego Armando Maradona.

Aveva ragione Diego, stiamo giocando contro tutti quanti

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Era la penultima giornata del campionato 1986/87, il 4 gennaio 1987 il Napoli arrivava al Franchi da capolista con 2 punti di vantaggio sull'Inter e imbattuto. Gli azzurri persero per 3-1 e a fine partita ai microfoni della Rai ci fu la celebre intervista di Maradona che puntò il dito contro il "Palazzo" e la classe arbitrale per i due rigori non assegnati: "Oggi abbiamo capito che stiamo giocando contro tutti quanti, oggi il Napoli giocava contro tutti. Non c'era solo la Fiorentina contro di noi". Una frase che è suonata più che attuale dopo la vittoria sul Como. Infatti, ancora una volta, abbiamo assistito a un arbitraggio disattento (per andarci leggeri); e ne parliamo ora che il Napoli ha vinto, per fugare ogni dubbio sul fatto che ci si lamenti solo quando si perde. Il signor Feliciani si è fatto sfuggire la partita di mano: il Como doveva terminare la gara in 10, forse anche in 9. Su Kvara c'è un rigore solare. Ecco che ancora una volta i calciatori azzurri, il georgiano su tutti, non sono tutelati dai fischietti italiani che si ergono a protagonisti di una commedia teatrale sul palco del Maradona. Delle prime donne, ma in realtà delle attrici da quattro soldi. De Laurentiis deve farsi sentire: deve perdere la sua signorilità e chiedere maggiori tutele ai vertici del calcio italiano. In epoca Var è inaccettabile quello che accade. Detto ciò, voltiamo pagina.

Ad oggi il Napoli ha dimostrato di essere più forte di tutto ciò, proprio come quella magnifica squadra di Maradona del primo scudetto. La banda Conte è cinica, l'abbiamo detto a più riprese: sa quando colpire, sa come soffrire, e le altre iniziano a temere gli azzurri. Il Napoli stando lassù non si farà venire le vertigini: il sergente Antonio a Castel Volturno striglierà tutti. Testa bassa e pedalare sarà il motto, proprio come accaduto fino ad oggi. Infatti, questa è la forza del gruppo azzurro: insieme si è ripartiti dopo un'annata disastrosa. Ora si può fare ancora qualcosa di grande, di storico, o almeno ci si può provare. L'obiettivo resta ritornare in Champions per continuare gli investimenti e il percorso di crescita intrapreso lo scorso luglio.Inutile soffermarsi sui singoli: Kvara, Lukaku, McTominay, Buongiorno, Neres e il resto della compagnia. L'elenco è lungo e sarebbe banale. Così come sarebbe banale parlare della profondità della rosa di questo Napoli. L'aspetto interessante, invece, è quel carattere che sta formando un DNA da vincente in questa squadra. Questo è il punto cruciale che può far pronunciare la parola scudetto. Certo, è presto: ma le basi ci sono. Anche se bisogna dirlo: Diego ha sempre avuto ragione, stiamo giocando contro tutti quanti.

A cura di Giovanni Frezzetti