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editoriali

La Dea altalenante ma sempre fedele ai suoi princìpi: Koopmeiners da desiderio a pericolo

Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Risultati altalenanti a parte, l'Atalanta di Gasperini resta una squadra fortissima quando in giornata. Con valori tecnici alti, con princìpi iper-moderni e ben eseguiti. E poi c'è Koopmeiners

L'Atalanta di Gasperini sta più o meno disputando la sua solita stagione da qualche anno a questa parte. Ricambio sul mercato, impronta tattica ben evidente e sempre in evoluzione e risultati altalenanti, dovuti sia al ricambio costante stesso che ad alcuni problemini interni e fisici. In campionato è appena sotto al Napoli (a quello di Garcia, che non era per nulla gran cosa) e viene da una sconfitta contro l'Inter e un pareggio contro l'Udinese riacciuffato per miracolo. Insomma, è una squadra con delle fragilità ma che sa essere molto convincente sul piano atletico e fisico quando si riscopre motivata ed entusiasta.

Che c'è di nuovo

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Gasperini ha lasciato andare uomini-faro come Freuler, Pessina, Malinovskyi, Zapata, Hojlund, Boga; calciatori che di questa squadra hanno costruito una grande storia recente negli ultimi anni. Alcuni di loro fautori di un clamoroso Quarto di finale di Champions League perso con il PSG per pochi episodi chiave. Al loro posto lo sfortunato (ma forte) e in-fortunato El-Bilal Touré, Gianluca Scamacca e Charles de Ketelaere. Per non parlare di Bakker e Kolasinac, che si stanno facendo vedere attualmente come più che gregari. Tutto per il ricambio di cui sopra, poiché l'Atalanta - che ha centrato l'anno scorso nuovamente l'Europa League e la sta giocando più che dignitosamente - non scende a compromessi con le proprie idee economiche e la propria sanità di bilancio. Mentre scriviamo si sta ultimando uno stadio bellissimo e piuttosto moderno come il Gewiss dove si giocherà contro il Napoli. La cessione lampo di Hojlund ha riempito le casse come mai prima nella storia della Dea. Il 3-4-1-2 di Gasperini resta l'unico punto inamovibile, anche se con la danza dei trequartisti (che con Ilicic, Gomez, Pasalic, Malinovskyi, Muriel, Zapata toccò livelli importantissimi) può codificarsi in un modo o in un altro in base alle caratteristiche. Di una di queste non si perderà comunque mai traccia: l'atletismo e l'intensità a tutto campo, negli uno-contro-uno costanti. Giornate sì e giornate no, ma nemmeno un passo indietro rispetto ai princìpi.

La stella

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C'è il collettivo e poi c'è Teun Koopmeiners. Il giocatore sicuramente tra i più influenti nel gioco offensivo del nostro campionato. L'olandese ha tutto: fisico, progressione, visione di gioco, calcio verso la porta. Precisione sulle punizioni e dal dischetto. Si tratta di un calciatore completo e che sarebbe anche pronto per un eventuale ed ulteriore salto di qualità, se il mercato lo dovesse permettere. Proprio il Napoli gli ha girato a lungo attorno, ma l'Atalanta non lo avrebbe mandato via per meno di 50 milioni di euro. A giusta ragione, aggiungeremmo. La sua forza sta proprio in una costanza incredibile e nel saper sempre cosa fare quando ha il pallone e quando non ce l'ha. Leggere le situazioni e sfruttarle con pragmatismo. Non si tratta di un sopraffino alla Zielinski, non ha il piede educato di Muriel ma riesce a coadiuvare le due fasi con uno stile apprezzabile e un'efficacia da campione. Equilibratore all'apparenza, faro alla distanza. Di lui più che di altri dovranno preoccuparsi le linee di raccordo di Mazzarri.

 

A cura di Mattia Fele

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