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editoriali
Affrontare l'Atalanta con l'infermeria piena di certo non è semplice. Se poi la si incontra anche nel suo miglior momento della stagione, diventa ancora più dura. Ma il Napoli si dimostra ugualmente un avversario ostico. Finisce 2-3 per gli orobici.
I bergamaschi espugnano lo stadio Maradona e collezionano la quinta vittoria consecutiva. I successi di Milan e Inter fanno scivolare gli azzurri al terzo posto, a sole due lunghezze dai bergamaschi. La classifica in testa si è notevolmente accorciata. Come una rondine che non fa primavera, la convincente vittoria contro la Lazio, aveva fatto credere in un Napoli capace di riprendersi brillantemente dopo un periodo negativo. Ma il pareggio contro il Sassuolo e la sconfitta di ieri sera invece confermano che in casa azzurra c'è ancora tanto da lavorare per non perdere ulteriormente terreno in classifica. Solo 5 punti nelle ultime 5 partite, da qualsiasi prospettiva si voglia considerare la faccenda è lapalissiano che in casa Napoli c'è qualcosa che non va.
Sembra di rivivere un film già visto la scorsa stagione, gli azzurri partono bene ma con l'infermeria piena si fa decisamente più fatica. Fare a meno di Kalidou Koulibaly, Zambo Anguissa, Fabian Ruiz, Osimhen e Insigne vuol dire fare a meno dei migliori giocatori della squadra nei rispettivi ruoli. La profondità e la validità della rosa l'abbiamo ribadita più volte nel corso della stagione, ma normalmente si tratta di sostituire in alternanza alcune pedine fondamentali, quasi mai tutte insieme. Privarsene contemporaneamente e per un periodo indefinito indebolirebbe qualsiasi compagine. Pensiamo ad Inter, Milan e alla stessa Atalanta senza 5 titolari pressappoco inamovibili, dubitiamo che riuscirebbero a raggiungere gli stessi brillanti risultati delle ultime giornate. E' un ragionamento puramente teorico e non avremo mai la controprova che quanto ipotizzato possa realizzarsi, ma è lecito sottolineare che la fortuna da un mesetto a questa parte non abita più a Napoli e dintorni.
Bisogna cercare di capire perché la squadra negli ultimi minuti cala di concentrazione e dimostra di non riuscire a reggere la pressione degli avversari nel finale. In una partita in cui il Napoli era riuscito a rimettersi in piedi e portarsi sul 2-1, non si può prestare il fianco agli avversari. Si ha sempre l’impressione che gli azzurri non abbiano ancora fatto quel salto avanti di mentalità. Manca la resilienza che è la capacità di adattarsi ai cambiamenti e reagire agli eventi negativi. E’ pur vero che il Napoli ci ha provato e se all’ultimo istante Petagna non l’avesse mandata alta forse staremmo parlando di un’altra partita. Molto bello il gesto dei tifosi con l’applauso agli azzurri al termine dell’incontro. Spalletti giovedì dovrà giocarsi il primo SET POINT e provare a raggiungere la qualificazione al turno successivo di Europa League contro gli inglesi del Leicester. Vincere e convincere, missione possibile.
La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci. Charles R. Swindoll
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