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Atalanta-Napoli, Gasperini straccia Gattuso con l’arma Pessina: l’analisi tattica del mister Bruno Conte/VIDEO

Atalanta-Napoli, Gasperini straccia Gattuso con l’arma Pessina: l’analisi tattica del mister Bruno Conte/VIDEO

Il Napoli perde per 3-1 a Bergamo ed esce dalla Coppa Italia, al contrario l’Atalanta trionfa. A trionfare però è soprattutto Gasperini e la sua idea di gioco offensivo: filosofia che ha visto in Pessina la chiave – così come...

Claudia Vivenzio

Il Napoli perde per 3-1 a Bergamo ed esce dalla Coppa Italia, al contrario l'Atalanta trionfa. A trionfare però è soprattutto Gasperini e la sua idea di gioco offensivo: filosofia che ha visto in Pessina la chiave - così come analizzato dal mister Bruno Conte.

Atalanta-Napoli, Gasperini straccia Gattuso: l'analisi tattica

 (Getty Images)

Vince la squadra migliore: il 3 a 1 dell’Atalanta in casa contro il Napoli certifica la superiorità mostrata dagli orobici nell’arco dei 180 minuti in ogni fase del gioco. Eccetto una parte del secondo tempo volitiva e di buona qualità, un Napoli risicato non ha trovato un antidoto agli inserimenti di Pessina, la chiave del gioco offensivo della dea: una prestazione, quella del trequartista atalantino, alla Marek Hamsik.

Il 4-3-3 di Gattuso...

Gattuso scioglie i dubbi di modulo e vara un 4 3 3, con la novità di Osimhen in attacco e Bakayoko da regista: se la scelta dell’attaccante nigeriano era per creare problemi alla difesa mobile dell’Atalanta con il suo atletismo, quella di Bakayoko play mostra sin dai primi minuti imbarazzo: marcato da Pessina, non riesce ad essere utile in costruzione, ingolfando con tanti tocchi la manovra, risultando anche innocuo in fase di interdizione, nonostante le qualità fisiche. Peggio comunque ha fatto Zielinski: mai orientato correttamente nella ricezione in fase di possesso (sempre di schiena), concorre in due gol subiti.

...e il 3-4-1-2 di Gasperini

Gasperini propone il suo 3-4-1-2, spostando, a differenza dell’andata, Zapata nel centro destra e Muriel a sinistra, lasciando guardingo Gosens in aiuto su Djmisiti per Lozano durante le situazioni di pressing offensivo. In questo modo, Di Lorenzo aveva sì più spazio a disposizione davanti, ma quasi mai il Napoli è riuscito a trovare soluzioni creative per manipolare il sistema a uomo nello spazio tipico della dea: le rotazioni nelle marcature sono state esemplari, con qualche fallo di troppo: Toloi talvolta si orientava su Zielinski, con il consueto movimento a scalare di De Roon, con Insigne che veniva preso a turno, in base alla sua posizione in campo, da questi due o da Sutalo. Un sistema del genere dà sicuramente poca copertura dietro la linea e difatti solo nel secondo tempo con gli attaccanti posizionati più in alto e soprattutto inserimenti alle spalle si sono creati i veri pericoli per Gollini.

I tre gol subiti: la colpa di chi è?

 (Getty Images)

Sui gol subiti, comunque, netti sono stati gli errori individuali. Zapata lasciato improvvidamente solo nel calciare in porta in un mezzo spazio. Hysai non esce forte sulla palla con Maksmimovic troppo distante, Zielinski sonnecchiante superato da un passaggio facile facile di De Roon. L’immagine dei tre si guardano cercando spiegazioni è francamente oratoriale. Sul secondo gol, su un passaggio forte in diagonale in area di Gosens, Zapata ancora libero in area di rigore che serve Pessina su un inserimento. Bakayoko, dove sei? E Rhamani doveva seguire Pessina dentro. Il terzo, velo di Zapata e gol dello scatenato Pessina.

L’unico rimpianto, semmai ci fosse, è che sia mancata la visione generale delle cose: pochi mesi fa, con un 4-2-3-1 ordinato Gattuso e i suoi avevano disinnescato l’Atalanta con un sonoro 4 a 1. Gasperini ha cambiato la muta alla sua squadra, sì, ma questo approccio tattico, togliendo un po’ di riferimenti nelle rotazioni nei duelli uno contro uno, poteva essere riproposto, visto la titolarità di Osimhen e l’aver a disposizione Politano così in condizione. Sta di fatto che in finale arriva la squadra più forte vista in campo: idee chiare, continuità nei principi, consapevolezza dei propri mezzi: tutto quello che manca al Napoli.

A cura di Bruno Conte, allenatore UEFA C

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