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editoriali

Arbitraggio indecente, addio alle speranze scudetto: ma restano tre obiettivi

Redazione

Lo scudetto sarà affar di Inter, Juventus e Milan, salvo miracoli che da queste parti accadono raramente

Quando arrivi a quest’ora tutto quello che c’era da dire è stato detto.
Ovvero: il piglio giusto con il quale il Napoli ha affrontato la partita.
Le occasioni importanti avute, purtroppo non concretizzate. Un reparto difensivo non all’altezza per una squadra con il tricolore cucito sul petto. Le stelle Osimhen e Kvaratskhelia che non si sono accese nel momento del bisogno. Un arbitraggio indecente, e realmente condizionante.

Il Napoli saluta la corsa scudetto: ma restano tre obiettivi

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Il podio della classifica vede le solite tre, Inter, Juventus e Milan. Le tre che, prima dello scudetto inaspettato del Napoli, si sono divise i precedenti 20 campionati. Che sono anche le tre squadre più tifate in Italia, che da sole hanno 2/3 della tifoseria italiana. E’ necessario ricordarlo sempre, per avere la misura dell’impresa dell’anno scorso. E per capire che quest’anno sarebbe stato molto più difficile. Il Napoli, per difendere il titolo, doveva essere più forte; si è purtroppo indebolito. Con pochi cambi ma determinanti, e scelte infelici in panchina. Resta un organico di rispetto che può e deve risiedere ai piani alti.
Ma fa male comunque. Ieri sera abbiamo salutato le residue speranze di un bis. Lo scudetto sarà affar loro, salvo miracoli che da queste parti accadono raramente.
Restano obiettivi importanti: su tutti la corsa Champions, determinante anche per strappare il pass al prossimo mondiale per club. Poi ci sono la Supercoppa e la Coppa Italia. In campionato ci tocca dare fastidio il più possibile, a cominciare da venerdì a Torino. Guardando avanti ma anche indietro, perché è un attimo che se ti arrendi esci fuori dalla zona Europa.

L’effetto Mazzarri c’è, ma quello Garcia pure, con i suoi strascichi. Non dobbiamo lasciar spazio al disincanto, all’amarezza, per quanto sia impresa ardua. Adesso i bianconeri proveranno l’aggancio alla vetta e dovranno trovare un muro; perché non si riparte da zero ma da un Napoli che ha ripreso forma, per quanto in chiara emergenza sugli esterni, con i terzini a sinistra ancora indisponibili.
Meluso si è detto compiaciuto che la squadra azzurra non sia stata fischiata. Ma a Napoli avviene davvero raramente questo. E sempre raramente è legato al risultato. In questo c’è una grande differenza tra la tifoseria azzurra e quella di altre squadre; quando si ha l’idea che in campo si sua sudata la maglia, c’è sempre profondo rispetto. “Vincere è l’unica cosa che conta” non è il nostro motto, ma la perfetta antitesi della nostra filosofia. 
Ieri si è fatto quel che si poteva, contro un avversario forte e che stava bene. E’ andata male, complice anche un arbitraggio indegno. Ricarichiamo le pile e ripartiamo da Torino. Comunque vada, noi dobbiamo pensare a ripartire. I conti si fanno alla fine, noi dobbiamo goderci il viaggio, fatto di gioie e dolori, come sempre. 
Poi vedremo dove ci porterà. L’importante è che non si molli; mai.

A cura di Maurizio Zaccone

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