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L’ammonizione di Di Lorenzo è lo specchio dell’arbitro Kovacs: figli e figliastri a San Siro

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La direzione arbitrale di Milan-Napoli è al centro delle polemiche per le incongruenze e l'inadeguatezza per un quarto di finale di Champions League

Quando si commenta a caldo una partita spesso si può cadere in errore, presi dall'euforia o dalla delusione. Dopo la sfida di ieri tra Milan e Napoli valida per i quarti di finale di Champions League sono tanti i pensieri che attanagliano la mia mente. Il primo l'orgoglio di aver visto 11 leoni in campo che hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo anche in 10 rischiando di ottenere un pareggio meritato. Il secondo pensiero è legato all'assenza del centravanti. Infatti nonostante la bontà dell'impegno di Elmas non avere una prima punta di ruolo pesa, se quel ruolo è interpretato da Osimhen la mancanza peggiora. Il terzo pensiero però merita un capitolo a parte.

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Infatti il terzo pensiero è legato all'arbitraggio di Kovacs. Si diventa grandi non lamentandosi dei direttori di gara, ma quando questi fanno degli errori visibili a tutti tranne che ad Ambrosini veramente bisogna porsi delle domande. Sono troppe le incongruenze viste a San Siro. I cartellini gialli sventolati spesso e volentieri contro gli azzurri, mentre i rossoneri autori di più falli spesso graziati. Ma ciò che testimonia l'inadeguatezza dell'arbitro rumeno è l'ammonizione ai danni di Di Lorenzo per proteste. Giovanni è il capitano ed è lecito che si avvicini a chiedere spiegazioni. Lui lo ha fatto e nel farlo non ha mai mancato di rispetto all'arbitro, evitando scene plateali, come fatto invece da Calabria ( ammonito a partita terminata). Eppure il numero 22 azzurro si è visto sventolare quel rettangolino giallo davanti ai suoi occhi. Che sembra troppo per chi aveva visto Leao calciare e rompere una bandierina, allontanare il pallone a più riprese. Inaccettabile per chi aveva visto Theo Hernandez fare il bullo in faccia a Lozano come se avesse vinto una finale di Champions. Troppo per chi aveva visto un fallo di Tonali a limite dell'area di rigore su Kvaratskhelia per poi vedere ammonito Anguissa su un'azione che non ci sarebbe dovuta essere. Troppo per chi ha visto Krunic, diffidato, tirare calci appena vedeva azzurro senza avere conseguenze. Alla fine il cartellino giallo lo ha preso lui, Anguissa è stato espulso e il diffidato Kim, che è stato esagerato per Di Canio, ma che recriminava semplicemente per l'ennesimo fallo inventato a favore dei rossoneri.

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Insomma la partita di San Siro ha lasciato diversi interrogativi che devono essere rimandati al designatore degli arbitri Uefa Roberto Rossetti. Lo ha ripetuto più volte il mister azzurro, rammaricato e innervosito dalle incongruenze arbitrali. Perché il Napoli ieri è stato all'altezza di ciò che si stava giocando, un quarto di finale di Champions League, ma l'arbitro Kovacs non lo è stato altrettanto. Al Maradona bisognerà ripetersi, stessa personalità e stessa grinta, per zittire i bulletti rossoneri e dimostrare che i bravi ragazzi di Spalletti sono più forti anche dell'inadeguatezza arbitrale.

A cura di Sara Ghezzi

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