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La debacle di Verona aveva fatto tornare alla ribalta critici e professoroni pronti a fare il funerale al Napoli: sembrava già che la squadra di Conte fosse destinata a un’altra annata d’inferno, che le cose fossero ormai irrisolvibili. Nel giro di un mese la situazione è totalmente cambiata: i risultati sono arrivati, così come le agognate tre vittorie consecutive. Un dato è evidente: questo Napoli funziona e può dire la sua ai vertici del campionato.
La vittoria di Cagliari ha portato certezze: il Napoli sa soffrire, produce gioco ed ha una potenza di fuoco da far paura. Lì davanti le soluzioni non mancano e con Lukaku al centro dell’attacco, finalmente, Conte può proporre il suo stile di gioco senza doversi snaturare. Forse il 4-0 è severo per quanto fatto dai sardi (Meret gli ha parato di tutto), ma la sostanza sono i tre punti fondamentali e la forma è rappresentata dalla grinta e dalla corsa: ne è il simbolo Simeone che, entrato al 74’, al minuto 84, con 3 gol di vantaggio, fa uno scatto di 30 metri per andare in scivolata sull'avversario che sta calciando in porta. E cosa si vuole di più da questi ragazzi? È la strada giusta, il segno che le cose funzionano e che il lavoro sta portando ai suoi frutti. Inutile soffermarsi sui soliti singoli e sulle loro qualità fuori dal comune (vedi Kvara), ma va fatto un ragionamento di squadra. La partita con la Juve sarà la prova del nove: sarà importante vedere nuovamente in campo queste cose, e uscire dallo Stadium con un risultato positivo porterebbe a una consapevolezza per il collettivo. Il Napoli c’è ed è pronto a rifare la storia.
A guardare il pelo nell’uovo, c’è un solo campanello d’allarme: la fase difensiva. Contro il Cagliari, anche per meriti loro, qualche svarione dietro c’è stato: troppa facilità nell’arrivare al tiro. C'è da calibrare la fase difensiva che però numericamente funziona: un solo gol incassato, dal Parma sul rigore. Ma ciò che i numeri non mostrano è qualche rischio di troppo che corre la retroguardia. Può starci quando una squadra porta in avanti così tanti giocatori, ma contro squadre più forti (la prossima avversaria è la Juve) bisogna avere maggiore solidità ed equilibrio. Ecco, proprio quell'equilibrio invocato da Conte in risposta alle domande su un possibile cambio modulo: il vestito che il sarto sta cucendo sul Napoli sembra cascare bene, ma forse non calza proprio a pennello. Qualche cambio si potrà fare a Torino, anche perché tenere fuori McTominay diventa davvero difficile. Certo, nel calcio di oggi ci sono i 5 cambi e diventano fondamentali gli uomini in panchina, ma la qualità va sempre messa in campo dal primo minuto e il centrocampista scozzese ne ha da vendere. Conte medita, ma intanto si gode la vetta e un ruolino di marcia in salita rispetto alle altre big che nelle ultime uscite sono sembrate meno affamate del Napoli.
A cura di Giovanni Frezzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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