Guardando Ajax-Napoli abbiamo capito una cosa molto semplice: che è bello vedere un gruppo di calciatori felici di vestire (e di esprimersi con) la maglia azzurra del Napoli. Sembra una banalità, una cosa ovvia. E invece non lo è. Beninteso, con questo assunto non vogliamo gettare fango su chi ha fatto la storia recente del club.
editoriali
Il vero segreto del Napoli? Semplice, calciatori felici di vestire questa maglia
L'estate feroce ha temprato i più forti e ha eliminato chi non ne aveva più
Anzi, siamo ragionevolemtente sicuri che uno come Mertens avrebbe pagato di tasca sua per far parte del nuovo corso. Sugli altri è franamente difficile esprimersi e - potete crederci o meno - chi vi scrive lo fa senza alcun sentimento di rivalsa. Se pensiamo al clima feroce della scorsa estate, clima che ha certamente coinvolto anche i calciatori, abbiamo ancora gli occhi iniettati di sangue. Fabian Ruiz ha puntato i piedi per andar via, Koulibaly - che Dio lo abbia in gloria - ha fatto più o meno lo stesso pur rispettando i colori azzurri.
Il nuovo Napoli dei bad boys ricorda i Detroit Pistons del 1989
Lorenzo pensava di valere di più, e quale che sia la verità, è un suo diritto crederelo. Peccato che in sole 10 partite Kvara abbia già dimostrato di essere di ben altro cabotaggio rispetto all'ex scugnizzo di Frattamaggiore. Insomma, la sensazione netta è che quella desolazione mista a paura ha avuto un effetto ben preciso: ha temprato i più forti e ha eliminato chi, per un motivo o per l'altro, semplicemente non ne aveva più. Per carità, bisogna tenere i piedi per terra, guai a esaltarsi nel mese di ottobre. Ma che bello vedere finalmente una squadra tanto leggera nei movimenti quanto spietata negli atteggiamenti. Volendo fare un parallelismo con l'NBA il nuovo Napoli dei bad boys ricorda molto i Detroit Pistons del 1989, con Dumars e Rodman (lo stesso Rodman che di lì a poco avrebbe fatto la storia con i Bulls) a picchiare duro e infilare triple. L'auspicio è che anche l'armata azzurra possa incedere tre punti alla volta.
A cura di Giovanni Ibello
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