Pensare che tutti sono sostituibili forse non è sbagliato, pensare che tutti sono inutili è segno di profonda presunzione. Lo è stato credere che chiunque poteva allenare questa squadra, lo è stato credere che il mantenimento di uno spogliatoio el'equilibrio psicologico siano cose che succedono da sole. Non é così. Non è stato così. Noi eravamo comunque fiduciosi. Chissà cosa avremmo detto 5 mesi fa se ci avessero previsto che con Garcia la squadra sarebbe scivolata rapidamente al quarto posto a 10 punti dalla vetta. Chissà cosa avremmo detto un paio di mesi fa se ci avessero detto che con Mazzarri finivamo il girone d'andata al nono posto. Però la leggerezza di sostituire un allenatore non all'altezza con un altro che presentava comunque profonde incognite nascondeva la stessa presunzione iniziale. Cioè che questa squadra la potesse allenare chiunque, tranne Garcia.
Dobbiamo però parlare anche dei giocatori, atleti che sono l'ombra di loro stessi. Sono finiti tutti gli alibi; l'allenatore inadeguato e la preparazione sbagliata. Sono molli e svogliati. Io non ho mai creduto che un giocatore offra una cattiva prestazione di propria volontà, non ci credo. Però un malcontento interiore si traduce inevitabilmente in una cattiva prestazione, seppur involontariamente. Un gruppo sereno e felice, che sente la fiducia della società, rende al meglio e lo sappiamo. E questa fiducia sono pacche sulle spalle, certo, ma anche adeguamenti contrattuali; sono minuti in campo, ma anche rinnovi. I contratti si rispettano, è sacrosanto, ma gli umori non sono clausole contrattuali, vanno gestiti. Con i modi giusti e le persone giuste. Il ritiro della squadra forse non va più di moda, ma per decenni è stata sempre la soluzione migliore per guardarsi negli occhi e dirsi cosa non va. Per essere gruppo. In fondo dopo lo scudetto ci siamo attaccati alla speranza Garcia, poi alla speranza "commissariamento Garcia" da parte di De Laurentiis; poi alla speranza Mazzarri. Ora al calciomercato, che ancora non ci ha fatto sentire i botti. Attaccarsi alla speranza ritiro è inevitabile, se non si vuole finire attaccati ad altro, mestamente. C'è un girone di ritorno da giocare, nel quale dubito guariranno tutte le ferite, ma vanno gettati i semi per ridurre al minimo i danni causati. Il Napoli dell'anno scorso ce lo hanno presentato come all'inizio di un ciclo. Ma un ciclo che dura un anno non si è mai visto. Non c'è stata la "new era" promessa, per niente. Si lavori per questo, oggi. Imparando dagli errori e provando a salvare il salvabile.
A cura di Maurizio Zaccone
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