Quando scelse di diventare allenatore? "Provai a convincermi di non fare questo mestiere perché vedevo mio padre che lavorava tutto il giorno tutti i giorni. Nei weekend tornava in piena notte e l'ho visto pochissimo: ha dato tutto sul lavoro per farci felici, per cui mi sono detto che fosse un mestiere troppo ingrato. Però sapevo nel profondo del mio cuore che ero fatto per questo che è il mestiere più bello di tutti. Come gestirò il gruppo? Soprattutto dal punto di vista mentale, quello sarà fondamentale. Penso a quando ho fatto doppietta con il Lille e sono rimasto: i miei giocatori penso che daranno il massimo ma il mio compito sarà quello di spingerli affinché rimangano a questo livello ancora e ancora, per non restare mai sazi. Come giocheremo l'anno prossimo? In undici! (ride ndr). Faremo un gioco efficace e dovremo vincere le partite. Se il 4-3-3 non andrà bene per vincere una partita, non lo adopereremo. Ma già in amichevole partiremo così. Sui giovani? C'è qualche profilo interessante ma non voglio fare nomi. Vedremo anche quando tornano gli altri. Se per esempio abbiamo troppi attaccanti è più difficile che ci sia spazio per un giovane. Bisogna avere gli occhi grandi... Juventus? Il calcio è cambiato, ora c'è il VAR anche se non toglie tutti gli errori. Il violino l'ho lasciato a casa e spero che non serva..".
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