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L’estrosa gioventù di Garcia: da Vergara a Spavone, sono già pronti per la Serie A?

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Pur senza molti dei titolari protagonisti del Terzo Scudetto, il Napoli di Garcia si impone sull'Anaune Val di Non per 6-1 anche grazie all'aiuto tutt'altro che minimo dei giovani della Primavera. Che Garcia abbia ragione?
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Con una prestazione di ottimo livello atletico e tecnico, il Napoli si impone sull'Anaune nella prima amichevole stagionale in quel di Dimaro Folgarida. Sotto gli occhi attenti di Garcia e dei quasi 2000 tifosi accorsi alla Ski.it Arena Politano ha aperto le danze su rigore, dando poi spazio al resto della rosa a disposizione (pochissimi nazionali, tanti giovani della Primavera che sono anche quelli che hanno più allenamenti nelle gambe ndr), che si è esibita in un calcio verticale e intelligente. Tre su tutte le individualità interessanti: il già conosciuto Ambrosino, il mancino di Vergara e l'equilibrio a centrocampo di Spavone. Bene nel secondo tempo anche Iaccarino.

La gioventù felice

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Di fatto, si tratta del primo anno in cui la prima amichevole di Dimaro viene giocata da un undici così lontano da quello che affronterà la prima giornata di campionato. Così, il club ha potuto approfittare di tutti i ritardi dei calendari - tra Mondiali in Qatar e qualificazioni agli Europei a giugno e via discorrendo - per tentare di rendere fruttuoso il lavoro della Primavera che di certo non ha fatto benissimo nella propria divisione quest'anno. Gli occhi di Garcia si sono subito rivolti a Spavone, protagonista in alcune partitelle in allenamento, considerato come uno dei più maturi dei suoi coetanei oltre ad essere un buon equilibratore nel gioco. Poi, ovviamente, Ambrosino: l'attaccante venne elogiato proprio qui in Trentino anche da Spalletti, che parlava di lui come di uno che il gol lo conosce bene, che la porta la vede anche di spalle. Che sa orientarsi nel gioco.


Non ultimo Vergara, il mancino fantasioso che con le sue giocate dà nell'occhio per forza. Dribbla, gioca di prima, ha visione nello stretto, calcia in porta (e segna, come in questa stessa amichevole ndr). Questi tre, insieme a Iaccarino che però è considerato ancora un po' acerbo fisicamente e in fase di non possesso, sono di certo i ragazzi che si sono messi più in mostra in questi primi 5 giorni di ritiro. L'indubbio talento chiaramente non basta: Garcia dovrà considerare la compatibilità di questi ultimi con la sua proposta di gioco, dovrà conoscere meglio i titolari per comprenderne anche la compatibilità prima tra loro e poi con gli ipotetici "sostituti". Oltretutto, a contare molto è pure la tenuta fisica: non è un caso che l'unico giocatore che negli ultimi tempi il Napoli abbia fatto esordire sia stato Alessandro Zanoli, che fa dell'esplosività in campo una delle sue più importanti caratteristiche.

Saranno all'altezza in questo senso Vergara, Spavone e Ambrosino? Il punto sta in quale potrebbe essere l'alternativa: andare in prestito? Se sì, dove? Con quali prospettive? Ad esempio, la stagione di Ambrosino - condìta anche da un buonissimo Mondiale U20 - è stata di buonissimo livello ed ora si potrebbe dire che il ragazzo sia arrivato al punto in cui si trovava Gaetano due-tre stagioni fa. Pronto per una titolarità importante in una buona squadra di Serie B. Diverso è il caso degli altri due, molto promettenti ma ancora poco addentro al mondo del calcio professionistico, quello della legna e della gavetta dei Di Lorenzo e dei Mario Rui. D'altro canto, allenarsi con dei calciatori che giocano la Champions potrebbe essere ben più che uno stimolo: è di per sé uno stage tecnico-tattico-motivazionale senza precedenti anche se non dovessero giocare nemmeno un minuto. Tutta questione di scelte e di visioni. Giocare per smaliziarsi e prepararsi ad una scalata o partire dalla cima della montagna come ultimo anello della catena, per osservare, con predisposizione allo studio e poi mettere in pratica un domani. Investire su se stessi.

A cura di Mattia Fele, inviato a Dimaro Folgarida