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Amarcord Verona-Napoli, la rivoluzione del Leone che anticipa di quarant’anni il “culto sarrista” – Che show al Bentegodi! | VIDEO

Amarcord Verona-Napoli, la rivoluzione del Leone che anticipa di quarant’anni il “culto sarrista” – Che show al Bentegodi! | VIDEO

Sembra la solita frase fatta, eppure – per tante ragioni che esulano l’aspetto prettamente calcistico – è proprio il caso di dire che Verona – Napoli è molto più di una semplice partita di calcio. E’ assai nota la...

Giovanni Ibello

Sembra la solita frase fatta, eppure - per tante ragioni che esulano l'aspetto prettamente calcistico - è proprio il caso di dire che Verona - Napoli è molto più di una semplice partita di calcio. E' assai nota la rivalità tra le due formazioni, il cui unico comune denominatore è la passione sfrenata nei confronti della compagine cittadina.

Cari lettori, oggi con la nostra rubrica Amarcord, vi catapultiamo nella stagione 1975/1976, quando il Napoli era guidato da 'O Lione, quel Luis Vinicio che ha lasciato un segno indelebile nella storia del club azzurro, prima da giocatore e poi da allenatore. Nella prima metà degli anni '70, Vinicio era considerato una sorta di guru visto che nel 74', contro ogni pronostico, guidò il collettivo partenopeo a soli due punti dall'agognato primo scudetto.

Amarcord Verona-Napoli, in foto: Luis Vinicio, detto 'O lione

Il Napoli di Vinicio, chiaramente devoto al totaalvoetbal di stampo olandese, segnava gol a raffica ed esaltava il popolo del San Paolo con passaggi rapidi e trame di gioco adamantine. Non tutti sanno che i partenopei furono la prima squadra in Italia ad adottare il modello olandese che tanto imperversava in quegli anni. Piccola nota a margine: l'antesignano del calcio totale non fu Jack Raynolds dell'Ajax, bensì Gusztáv Sebes, commissario tecnico della "Squadra d'oro", (Aranycsapat), la super-nazionale ungherese degli anni 50'. Ad ogni modo, quale che sia la fonte d'ispirazione, giova precisare che per Vinicio non è stato facile imporsi così, anzi: in un calcio filosoficamente dominato dalla tradizione catenacciara, la rivoluzione del Leone anticipa di circa quarant'anni quella sarrista, altrettanto abbacinante e incompiuta. Un elogio del quasi.

Beninteso, nessuno sta affermando che dal 2015 al 2018 Sarri abbia riprodotto il modello che ha reso celebre Johan Cruyff  e compagni. Ma che ci siano delle corrispondenze tra il Napoli di Vinicio e quello di Sarri, beh... questo è innegabile! Tornando a oltre quarant'anni fa, quell'anno al Bentegodi la partita finì con un pirotecnico 4-2 a favore del collettivo napoletano. Questi i mattatori di giornata: Juliano, La Palma, Braglia e Savoldi. Dall'altra parte, i gol di Luppi e Moro non riuscirono ad animare i gialloblù guidati da Valcareggi. Da segnalare il 2-1 di La Palma, frutto di una spaziale triangolazione nell'area scaligera: una sentenza di pura bellezza! Meraviglioso anche il primo gol di Juliano che sfrutta la sponda di Mister Miliardo Savoldi (che a fine gara si metterà in proprio), controlla il pallone con la suola e lascia partire un tiro al fulmicotone che si spegne nel sette della porta difesa di Ginulfi.

LE FORMAZIONI

VERONA: Ginulfi, Nanni, Sirena, Bachlechner, Maddè, Franzot, Vriz, Moro, Luppi, Busatta, Zigoni. All. Valcareggi.

NAPOLI: Carmignani, Pogliana, Bruscolotti, La Palma, Burgnich, Orlandini, Boccolini, Juliano, Braglia, Massa, Savoldi. All. Vinicio.

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